L’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori – OSCAD, istituito nel 2010, fornisce un valido supporto alle persone che sono vittime di reati a sfondo discriminatorio (hate crime o crimini d’odio), agevolando la presentazione delle denunce di atti discriminatori che costituiscono reato, in modo da superare il fenomeno dell’under-reporting e, quindi, favorire l’emersione dei reati.
Oltre a questo, monitora e analizza il fenomeno attraverso i dati delle segnalazioni ricevute e quelli disponibili nelle banche dati delle Forze di Polizia ed elabora una relazione annuale sulle attività svolte, con un’analisi dei dati raccolti.
I dati del 2019 sono stati presentati Martedì 21 gennaio 2020 nel convegno “Le Vittime dell’Odio”, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, evento che ha visto la partecipazione della Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, del Capo e del vice-capo della Polizia, Franco Gabrielli e Vittorio Rizzi.
Sono 969 i reati con matrice discriminatoria commessi nel 2019, dati non ancora consolidati che potrebbero subire lievi variazioni.
Un dato, per fortuna, in calo rispetto al 2018, in cui se ne erano registrati 1.111 e in ulteriore diminuzione rispetto al 2017 (1048), annus horribilis in cui si è registrato l’esplosione di tale tipologia di reati, + 35% rispetto al 2016.
I dati presentati al convegno sono stati ottenuti combinando le segnalazioni OSCAD e quelli del ‘Sistema di Indagine-SDI’. Importante evidenziare che i dati SDI (estratti dal Ced interforze) attengono ai reati con finalità discriminatorie che hanno copertura normativa, ossia relativi a razza, etnia, nazionalità, religione e appartenenza a minoranze linguistiche nazionali, mentre le segnalazioni OSCAD riguardano gli ambiti discriminatori privi di specifica copertura normativa, orientamento sessuale e identità di genere.
Per la disabilità, invece, vengono combinati i dati SDI relativi alla contestazione della circostanza aggravante con le segnalazioni OSCAD che riguardano lo stesso ambito discriminatorio.
La maggior parte dei crimini d’odio nel 2019 riguardano razzismo e xenofobia (726), al secondo posto i reati legati alla discriminazione della disabilità (161) e infine i reati per orientamento sessuale e identità di genere (82).
Del totale dei reati di matrice discriminatoria, al primo posto c’è l’incitamento alla violenza (251), seguito dall’aggressione fisica (191). Tra quelli legati al razzismo e alla xenofobia in testa rimane il reato di incitamento alla violenza (234), seguito dal reato di profanazione di tomba (147) e da quello di aggressione fisica al terzo posto. L’aggressione fisica è, invece, in testa nei crimini d’odio legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere (29 nel 2019) e nei crimini d’odio legati alla disabilità (69), seguita da furti e rapine (39) e il danno materiale (24).
La ministra dell’Interno Lamorgese, “In questo periodo assistiamo a vari episodi che richiamano alla mente episodi che pensavamo aver lasciato indietro nel tempo e che portano a discriminare per razza, colore della pelle e orientamento sessuale. Questo nel 2020 non è più accettabile. Il compito della politica e delle istituzioni è quello di rendere il nostro Paese inclusivo. Dobbiamo lavorare su questi aspetti e sulla cultura del vivere insieme. E’ questo quello che noi dobbiamo tramandare ai giovani con tutte le iniziative positive, che noi come governo dobbiamo essere pronti a mettere in campo”.
I casi di discriminazione perseguibili per legge, in realtà, potrebbero essere ancora di più. Tale sottostima nasce da due problemi che si manifestano nell’azione di monitoraggio, spiegati da OSCAD: spesso mancano le denunce e, anche quando i soprusi vengono denunciati, talvolta manca il riconoscimento della matrice discriminatoria del reato da parte delle forze di polizia e degli altri attori del sistema di giustizia penale.
Di seguito la tabella provvisoria dei reati discriminatori, in attesa della pubblicazione dei dati definitivi dal parte dell’OSCAD.
Giovanni D’Errico