AVERSA – Presentato nel Salone della Curia Vescovile il percorso comune che condurrà tutta la comunità, ecclesiale e civile, verso l’appuntamento del 19 marzo 2019.
Appuntamento importante che segnerà il venticinquesimo anniversario dell’uccisione del Sacerdote Don Peppino Diana, Parroco della chiesa di S. Nicola in Casal di Principe.
Nel corso dell’incontro con la stampa è stato presentato anche il logo comune che accompagnerà tutti gli eventi in programma. Il Vescovo di Aversa, S.E. Mons. Angelo Spinillo ha poi presentato la “lettera pastorale al popolo di Dio che è nella Chiesa aversana”, da lui redatta proprio per il 25esimo dell’uccisione di Don Diana, intitolata “Per amore, Sentinelle e Profeti”.
Ad aprire e a moderare la conferenza è stato don Francesco Riccio, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali; sono intervenuti all’incontro con la stampa Renato Natale, sindaco del Comune di Casal di Principe; Valerio Taglione, referente del Comitato Don Peppe Diana; Gianni Solino per il coordinamento provinciale di Libera; Giovanni Del Villano per l’Azione Cattolica Italiana, Pasquale Leone per l’AGESCI e Marino Pezzullo per i Foulards Bianchi.
“Il profeta è colui che non deve tacere perché annunzia una meta verso la quale dirigersi – ha affermato Mons. Spinillo – La prepotenza della camorra sulle vite serpeggia ancora nel nostro tessuto e non può diventare endemico, come lo stesso don Peppe ammoniva in quel documento del 1991 intitolato ‘Per amore del mio popolo’. L’amore, invece, non tace: ecco perché siamo chiamati ad essere profeti e ad annunziare qualcosa di grande, cogliendo le sensibilità coloro che sono mossi da quella profonda passione che ci spinge a vivere insieme e a camminare fianco a fianco”.
“Il mio auspicio è che questa non sia una celebrazione rituale: don Peppe Diana va ricordato come persona – ha sottolineato Renato Natale – Io penso al 19 marzo, ma anche al 21, quando migliaia di cittadini scesero in piazza contro la camorra per intraprendere una marcia lunghissima che, anche se attraversata da ritorsioni e altre uccisioni, è giunta fino ai nostri giorni. Chiediamo che tutto il territorio casertano colga l’occasione per compiere un’analisi sera affinché la morte di don Peppe in futuro non sarà risultata inutile”.
Valerio Taglione ha ribadito come questo momento “ci avvia ad una fase di riflessione, verifica e rilancio: chi ha ucciso don Peppe pensava di uccidere così un territorio, ma non è stato così. Tante iniziative sono germogliate da quel giorno che rivivremo insieme il prossimo 19 marzo”.
“Il nostro cammino è stato difficile, lungo e accidentato – ha osservato Gianni Solino – il venticinquesimo anniversario rappresenta un punto di volta perché possiamo indicare don Peppe Diana come modello alle future generazioni”