Il problema di Riace sono i matrimoni misti. Come il traffico per Palermo

RIACE – In tempi di manovra il “buon” governo del cambiamento non chiedeva di meglio che tornare a spolverare e sproloquiare di migranti che tra l’altro non arrivano più e che, se partono, hanno molte più probabilità di morire in mare rispetto al passato (dati Rapporto ISPI Settembre 2018).

Si sa, i migranti sono un evergreen come “il cacio sui maccheroni” anche se a ben leggere e sentire vengono tirati in ballo più come “i cavoli a merenda”.
Il casus belli in questione è stato l’arresto di Mimmo Lucano, sindaco di Riace e protagonista attivo dell’accoglienza ed integrazione dei migranti.

La faccenda è ben nota e di dominio pubblico, o per meglio dire pubico data l’orda barbara delle varie cloache più o meno social su cui è stata letta e commentata la notizia, e non è il caso di riesporla, ma in merito penso sia cosa buona e giusta fare degli esempi per spiegare e magari dare ulteriori elementi a chi voglia capirne di più.

Scattato l’arresto di Mimmo Lucano è partito un macabro godimento generale soprattutto tra chi, a digiuno da qualche giorno di “costipazione da migranti”, non vedeva l’ora di tornare a contribuire alla diffusissima dispersione di coscienze.

Un godimento assimilabile all’arresto di un boss mafioso o ad una retata di colletti bianchi corrotti e fraudolenti…o magari ad una condanna per un evasione fiscale da 49 milioni di Euro.

Nulla di tutto ciò, l’estasi è stata dettata soprattutto dal fatto che è stato finalmente arrestato un esponente di spicco di quei “buonisti/magliette rosse”, perché adesso esser buoni ( “rispondente all’idea del bene morale, che ha per norma e per fine il bene…ben disposto nei rapporti con altre persone, quindi benevolo, affettuoso e anche cortese, gentile…” , Dizionario Treccani), in controtendenza rispetto al passato, è demoniaco mentre fa cool essere “cattivisti”.

Lucano magari ha sì commesso qualche irregolarità (tutte ancora da dimostrare processualmente) ma probabilmente perché da anni si batte civilmente per demolire una legge sull’immigrazione che reputa primitiva ed ingiusta, oltre a ritenerla razzista e tendenzialmente pericolosa ed emarginante.

Il Sindaco di Riace non ha fatto altro che attivarsi in quella che generalmente è conosciuta come “disobbedienza civile”, una pratica ritenuta positiva in quanto esclude l’uso della forza e che inevitabilmente ha come conseguenza la violazione di qualche regola essendo appunto “disobbedienza”.

Proviamo a ripercorrere la storia per trovare delle situazioni analoghe.
Sotto il periodo nazista schedare e deportare una Anna Frank, o chiunque si trovasse nelle sue “condizioni” era considerato legale, proteggerla era considerato illegale oltre che “pietista”, come diceva la propaganda dell’epoca, utilizzando anche in questo caso un termine positivo con un accezione negativa.

Commetteva reato Gandhi quando incitava gli indiani a non pagare le tasse ai colonizzatori ed oppressori inglesi e quando promosse la Marcia del Sale del 1930 manifestazione di protesta contro la tassa del sale imposta sempre dai britannici a tutti i sudditi dell’India ma che andava ad incidere maggiormente sulle fasce più deboli.

Infrangeva le leggi segregazioniste americane degli anni ’50 Rosa Parks quando si rifiutò di cedere il suo posto sull’autobus che in origine era riservato ai bianchi.

Agiva nell’illegalità Marco Pannella quando, per sensibilizzare la popolazione e la politica alla legalizzazione delle droghe leggere, fumava gli spinelli in pubblico o quando, in Piazza Navona il 28 dicembre del 1995, cedeva hashish ai pasanti. Ebbene, forse perché Pannella era vestito da Babbo Natale, fu assolto successivamente perché il fatto non costituiva reato. Addirittura in primo grado, quando vi fu  una lieve condanna a 2 mesi e 20 giorni, venne riconosciuta la lieve entità perché “azione commessa per motivi di particolare valore sociale”.

Tornando a tempi più recenti, come non pensare ai novelli Don Chisciotte de noantri, i leghisti celoduristi, tra cui anche quel ministro dell’inferno che Marco Travaglio ben definisce “cazzaro verde” che inneggiavano al “pulirsi il culo con il tricolore” (vilipendio della bandiera) e agli imprenditori del Nord a “non pagare le tasse a Roma ladrona” (evasione fiscale) ?

Ebbene, quasi tutti gli attori di questi atteggiamenti disobbedienti sono da sempre celebrati come icone; Mimmo Lucano, seppur rappresenti un caso meno travolgente rispetto a quelli citati, viene invece etichettato alla stregua di un criminale eppure, per usare una locuzione tanto cara a Salvini anche lui “è stato eletto dalla sua gente”

La sua colpa? Rispondere a delle leggi morali che vedono l’essere umano e la tutela della sua dignità al di sopra di ogni cosa e, nei fatti, essersi messo di traverso alle disumane leggi Bossi-Fini e Fini-Giovanardi che provocano emarginazione, riempiono le carceri di tossicodipendenti ed immigrati e rendono l’Italia sempre più uno stato-fortezza.

I governi che si sono succeduti hanno più o meno tollerato l’immigrazione, quello attualmente in carica invece ha, fin dalla campagna elettorale, promosso un processo di demonizzazione dell’altro, spacciando paura e poi “offrendo” sicurezza, atteggiandosi a “Padrino”. E non è una questione di colore politico, perché è bene ricordare anche gli aberranti provvedimenti presi dal Democratico Minniti.

Questi ominicchi esultando per l’arresto di Lucano ci presentano per l’ennesima volta chi o cosa è nostro nemico, nella fattispecie la solidarietà, l’umanità, la convivenza, utilizzando i migranti come arma di distrazione di massa ed affrontando il fenomeno migrazione come una questione di sicurezza ed ordine pubblico.

Ma l’Italia è uno Stato di Diritto, e non uno stato d’animo, non esistono (fortunatamente) processi politici o morali, ma solo penali affidati alla magistratura. Magistratura che da parte terza ed indipendente svolgerà i suoi accertamenti e che non va vista come complottista o al soldo dei “fascio leghisti”, altrimenti si finirebbe per fare lo stesso gioco di Salvini che manipola l’arresto di un “buonista” esaltando i magistrati che gli fanno comodo dopo aver insultato e messo alla pubblica gogna quelli che indagano su di lui e che hanno sequestrato al suo partito i 49 milioni di Euro.

Piuttosto c’è da chiedersi, perché Mimmo ha infranto la legge? Forse perché è rimasto solo… quanti di noi infrangerebbero la legge per tutelare la vita altrui? A questa domanda non so rispondere, ma una cosa è certa: questa grottesca situazione riporta alla mente la fantastica scena del memorabile film di Roberto Benigni “Johnny Stecchino” in cui un magistrale Paolo Bonacelli (lo Zio) asseriva che il problema di Palermo fosse il traffico.. non è che per caso il problema della Calabria, terra di disoccupati, poveri, ‘ndranghetisti e narcotrafficanti, sono i matrimoni misti?

Matteo Vairo

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