Carovane Migranti: Siamo alla vigilia di una catastrofe

CASAL DI PRINCIPE – «Essere oggi qui, in un bene confiscato alla camorra, nel nome di don Peppe Diana ci dà una energia fortissima  – un Gianfranco Crua, visibilmente commosso, introduce con queste parole la tappa di Casal di Principe della Seconda Carovana per i diritti dei migrantiVedere questa mostra con le foto delle vittime innocenti di camorra e pensare che potrebbero essere le stesse foto che noi portiamo in giro con le madri tunisine,  dei 43 di Ayotzinapa o dei desaparecidos argentini ci fa pensare che c’è un filo che lega tutte queste morti ed è il filo di un “sistema” che non accetta chi la pensa diversamente».

Gianfranco Crua, presidente dell’Associazione Sur, che da anni si occupa di America Latina, è uno degli organizzatori delle Carovane Migranti. Carovane “anomale” quelle di quest’anno che non ripercorrono le tappe delle migrazioni dal sud verso il nord ma che, anzi, vanno a ritroso.

«La seconda carovana per i diritti dei migranti – spiega Crua – quest’anno  parte dal Nord per arrivare al Sud.  La nostra destinazione è  Catania dove, il 16 aprile, insieme ai giovani ed alle persone di buona volontà di tutta Europa ci riuniremo per protestare contro la costruzione di nuovi muri, contro la guerra in Libia e la militarizzazione del Mediterraneo.

Le Carovane servono a questo: riuscire a parlare di questi  fatti e lo facciamo  mettendo insieme dei testimoni e  delle storie aiutando, così,  chi non vuole girare la faccia da un’altra parte, e tutte le persone dotate ancora di buon senso che si rendono conto che siamo alla vigilia di una catastrofe».

Cosa succede in Europa?

«Non è possibile che il continente Europa con oltre 550milioni di cittadini non possa “sopportare”  il peso di un milione di migranti. I governi stanno alzando muri, stanno spostando le frontiere verso sud.  Se l’Europa pensa di risolvere in qualche modo qualcosa spostando le proprie frontiere a sud: verso la Turchia, l’Egitto o la Libia si sbaglia perché i migranti cercheranno sempre ed in ogni modo di entrare ».

Tanto Messico nelle storie dei testimoni “carovanieri” è sintomo che le politiche migratorie arrancano non solo nel nostro continente?

«Noi lo sapevamo da diversi anni, che il Messico anticipa situazioni che poi diventano planetarie. Non dimentichiamo che è proprio lì che i cartelli criminali hanno cominciato a trattare il traffico di esseri umani più che quello della droga, perché dal punto di vista economico è più vantaggioso e questo è quello che oggi sta capitando anche qui in Europa ed Italia».

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