Riconosciamo Augusto di Meo testimone di giustizia

Oggi, 19 marzo 2016, dopo 22 anni dall’uccisione di don Giuseppe Diana, ci sarebbe piaciuto annunciare anche l’avvenuto riconoscimento di Augusto Di Meo come testimone di giustizia.

Di Meo vide in faccia l’assassino di don Diana e si salvò solo perché si era abbassato per allacciarsi la scarpa. Dopo un’ora era già dai carabinieri di Casal di Principe per raccontare tutto. Da quel giorno la sua vita è cambiata ma lo Stato purtroppo non lo ha aiutato a ritrovare la serenità.

Di Meo ha fatto condannare tre killer e ha salvato dall’ergastolo due innocenti ma non ha mai avuto nessuna scorta. Aspetta di essere riconosciuto testimone di giustizia da 22 anni.

Il 16 dicembre del 2014 ad Augusto Di Meo è stato consegnato il titolo di Ufficiale della Repubblica, primo fra gli ordini nazionali conferitogli dal’allora capo dell’ordine e capo dello Stato Giorgio Napolitano. Gli venne consegnato dall’allora prefetto di Caserta, Carmela Pagano.

Oggi nonostante il riconoscimento e i tanti attestati di solidarietà, per Di Meo non si può ancora parlare di testimone di giustizia. Non potendolo fare sentiamo però l’obbligo etico, morale e civico di richiamare tutte le autorità preposte alla corretta responsabilità.

Lungo il solco dell’insegnamento datoci da don Giuseppe Diana e dal documento «Per amore del mio popolo», non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo stare in silenzio e non solo dinanzi alla vicenda di Di Meo ma anche dinanzi ad una particolare assenza di alcune delle Istituzioni anche casertane.

Vorremmo essere subito confutati ma l’attenzione della Prefettura di Caserta sulle vittime di mafia, sui loro familiari, sui bene confiscati e sugli imprenditori che denunciano, crediamo si sia notevolmente abbassata.

Il clan dei Casalesi è stato straordinariamente indebolito ma credere che la battaglia sia stata definitivamente vinta è un errore che ci fa tremare. Abbiamo bisogno di essere tutti uniti e non possiamo permetterci distrazioni. Abbiamo fatto delle promesse e non abbiamo intenzione di tirarci indietro. Continueremo ad impegnarci così come ha fatto don Giuseppe Diana, salutando con piacere l’inizio del processo di beatificazione.

E così come fanno le tante persone perbene che in questo territorio abitano e resistono.

Comitato don Diana 

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