AVERSA- Si è svolto mercoledì 19 giugno, nel Seminario Vescovile, l’incontro sul disastro ambientale intitolato “A che punto siamo?”.
L’incontro, organizzato dall’Ufficio Diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso e dalla Rete Civica dell’Agro Aversano-Atellano, ha visto la partecipazione di numerose realtà religiose, associative e istituzionali, impegnate nella tutela dell’ambiente e dei diritti della persona.
In compresenza del Vescovo Mons. Angelo Spinillo, si sono condivise risposte, esperienze e azioni, si è ragionato su possibili soluzioni, si sono gettate le basi per la creazione delle condizioni affinché (col tempo) si realizzi il cambiamento.
Nonostante si siano fatti degli importanti passi avanti, siamo ancora in una notte nera. La gente comincia a sapere anche se sono ancora in poche le persone che sentono la responsabilità del cambiamento. Un cambiamento che può arrivare solo con la pressione congiunta di Stato e Società Civile. Questo uno dei principali messaggi lanciati dal Prefetto Donato Cafagna. Messaggio lanciato anche in riferimento al Patto per la Terra dei Fuochi, che interessa i comuni del casertano e del napoletano colpito dal fenomeno dei roghi tossici, perché, come ha ricordato lo stesso Prefetto Cafagna, “è necessario costruire una spinta chiara e forte dal basso”, una spinta che, insieme a quella dello Stato, stringa le amministrazioni locali come una tenaglia che non riduca il tutto al solito e triste scaricabarile.
Come ha ricordato Don Maurizio Patriciello“Siamo di fronte a un problema epocale e ci deve stare una risposta di portata epocale, sennò non ce ne usciamo. Ognuno deve fare la sua parte”.
Una risposta epocale potrebbe essere proprio quella di rompere definitivamente il silenzio assordate, quel non dire, quel non parlare, che ci ha portato ad oggi. Perché, come ricordato con forza da Peppe Pagano, “Oggi stiamo pagando le conseguenze di quel non dire, quel non parlare, di quel non fare” che, negli anni scorsi, ha caratterizzato e ha tolto dignità alla nostra terra. Ma ad intimorire maggiormente il giovane sanciprianese non sono i Fuochi, ma la Rassegnazione che imperversa soprattutto tra i giovani: “In tanti giovani della nostra terra c’è rassegnazione, molti di loro oggi non lavorano, non cercano lavoro, non vanno a scuola. Questa è la morte di una comunità, prima che una morte sociale, economica”.
Incrementare le opere di informazione e di denuncia; raccogliere le coscienze vive, risvegliare quelle dormienti; aggregare localmente le energie e le competenze; promuovere un’economia altra, responsabile, che permetti il rilancio dell’agricoltura; fare sistema e diventare un interlocutore credibile per le istituzioni: questa la ricetta della Rete Civica dell’Agro Aversano-Atellano per contrastare la morte della “comunità”.
In particolar modo in questo periodo storico, che può essere di rottura, la Rete può contare nel pieno sostegno di una Chiesa disposta ad essere sempre più in prima linea per la difesa del diritto alla vita. Come rimarcato dal responsabile diocesano del percorso di “Salvaguardia del Creato”, Don Peppino Esposito, “Chiesa e Territorio si stanno fondendo in un’azione forte per uscire da questo dramma” e il percorso per la “Salvaguardia del Creato”, la cui ottava edizione inizierà dal prossimo 1° Settembre, è un occasione da non perdere.
UMBERTO DE SANTIS