NAPOLI – Chiude per una settimana la Fondazione “A voce d’e creature”, la onlus che assiste i bambini e ragazzi dei quartieri più a rischio di Napoli.
E lo fa, come si legge sul sito della fondazione presieduta da don Luigi Merola, “per recuperare i fondi per pagare al comune di Napoli la tarsu”, l’imposta per lo smaltimento dei rifiuti.
Niente attività, dunque, dal 25 aprile al primo maggio perché “con i pochi soldi a disposizione” bisogna pagare il debito che l’associazione guidata dal prete anti-camorra ha verso l’amministrazione comunale.
Un conto molto salato, spiegano dall’organizzazione che ammonta a 17 mila euro, dopo che l’ente comunale ha chiesto nei giorni scorsi al sacerdote di aggiungere 3.000 euro ai 14.000 di arretrati pregressi.
Una cifra divenuta sempre più insostenibile per l’ex parroco di Forcella, che gestisce la casa confiscata all’ex boss Raffaele Brancaccio in via Piazzolla al Trivio.
Contrasto alla dispersione scolastica per i più piccoli, ma anche formazione per gli adulti attraverso il recupero di antichi mestieri e professioni artigiane, sono tra le attività principali della Fondazione, che ha sede nella storica villa di Bambù, confiscata alla camorra e data in comodato d’uso gratuito dal comune nel dicembre 2007.
Diventata un punto di riferimento a Napoli, in particolar modo nel quartiere Arenaccia, l’associazione è aperta tutti i giorni dal lunedì al venerdì, coinvolge e segue, con la sua vasta rete di educatori e volontari, oltre cento ragazzi dai 6 ai 17 anni in varie attività.
Si va dal doposcuola ai corsi di inglese, dai laboratori di teatro, musica, danza e informatica, allo sport; ma c’è anche un centro di ascolto con la presenza di figure professionali, tra cui un medico, uno psicologo e un avvocato, che assistono gratuitamente chi ne ha bisogno.
Ma i soldi non bastano per sopravvivere.
Così, contro la crisi e per sostenere la Fondazione “A voce d’e creature” anche il presidente della quarta municipalità del comune di Napoli, Armando Coppola, si è mobilitato organizzando lo scorso 21 marzo, nel giorno dedicato alla memoria delle vittime innocenti di criminalità, alla stazione ferroviaria di Napoli una cena di beneficenza.
“Con questa iniziativa – ha spiegato Coppola – abbiamo voluto sottolineare l’inadempienza del sindaco de Magistris, che aveva promesso che avrebbe esentato la Fondazione di don Merola dal pagamento della tarsu, cosa che non è accaduta. Ciò che teniamo a sottolineare è che non viene rispettato, in questo caso, il principio che i beni confiscati alla camorra e gestiti dalle associazioni no profit non devono pagare la tarsu, peraltro per bollette i cui consumi si riferiscono a chi occupava prima quella casa”. (mn)
Fonte: Redattore Sociale