Raid Aerei
Il conflitto tra Israele e Hezbollah sta raggiungendo nuovi picchi di violenza, con i raid aerei israeliani che, nella giornata di ieri, hanno provocato la morte di 26 persone in diverse località del Libano. Hezbollah, in un comunicato ufficiale, ha affermato di aver respinto due jet militari israeliani grazie alla sua contraerea, forzandoli a lasciare lo spazio aereo libanese. Gli aerei provenivano dal mare e si dirigevano verso Adlun, vicino a Sidone.
Il Ministero della Salute libanese ha confermato che tra le vittime dei raid aerei figurano 20 persone uccise a Younine, di cui 19 siriani, e altre sei persone decedute in diverse località del sud del Paese, tra cui Qana e il distretto di Tiro. La BBC ha riportato che tra le vittime vi sono civili, aumentando la tensione nella regione già devastata dal conflitto.
Netanyahu: ‘Continueremo a Colpire Hezbollah‘
Di fronte all’accusa di Abu Mazen e agli attacchi di Hezbollah, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che gli attacchi a Hezbollah continueranno senza sosta. “Continueremo a colpire Hezbollah con tutta la forza finché non riporteremo i residenti del nord nelle loro case“, ha affermato Netanyahu, facendo riferimento agli israeliani evacuati dalle aree di confine con il Libano.
Quasi 100mila Sfollati in Libano
I raid israeliani hanno avuto un impatto devastante sulla popolazione civile libanese. Secondo i dati forniti dal ministro dell’Interno libanese, Bassam Mawlawi, quasi 100mila persone sono state costrette a fuggire dalle loro case dall’inizio dei raid, avvenuti lunedì. Di questi, oltre 70mila sono sfollati interni alloggiati in rifugi di fortuna, mentre circa 27mila persone, principalmente siriani residenti in Libano, hanno attraversato il confine per rifugiarsi in Siria. La crisi umanitaria si aggrava di ora in ora, mentre la comunità internazionale fatica a rispondere all’escalation di violenza e alle necessità urgenti dei profughi.