Memorie di un ragazzo di serie B di Odeh Amarneh

Memorie di un ragazzo di serie B è il titolo del libro di Odeh Amarneh. Questo romanzo è ispirato ad una storia vera, vissuta da un ragazzino Palestinese ancora minorenne, che ha passato lunghi mesi in un carcere Israeliano negli anni novanta, è la storia di un giovane nato in quella terra, una terra tanto amata e al tempo stesso torturata e ammazzata, da tutti.

Tra serietà, ironia e lacrime si dipana il racconto che parla dell’aspetto umano, della sofferenza, della difficoltà e dell’ingiustizia che ha subito lui e ancora subisce il popolo palestinese ogni giorno.

Il libro parla di un mondo nel quale i bambini vengono imprigionati, donne e uomini arrestati. Racconta della forza e l’orgoglio di un popolo. Tutto ciò comunque non vuole essere assolutamente una propaganda politica, vuole essere, o almeno cerca di essere, un grido nel silenzio assurdo, tombale che pervade il mondo, una voce per chi non ha voce, un messaggio di speranza e di pace.

Vengono ripercorsi avvenimenti personali vissuti 30 anni prima, alternati a situazioni di vita quotidiana, sullo sfondo della realtà italiana e palestinese dei giorni attuali, arrivando alla triste constatazione che dopo tanto tempo ben poco sia cambiato.

La considerazione di come la condizione di un intero popolo sia drammaticamente statica, come congelata in una foto in bianco e nero, ma al contempo la percezione precisa che sentimenti di speranza, orgoglio e la determinazione per l’auspicio di un mondo migliore siano più vivi e forti che mai.

Quando ho cominciato a leggere il libro di Odeh che racconta la storia di un uomo/bambino dal cuore dolce, ma la testa dura, un sentimento di empatia è cominciato a crescere nel mio cuore. Mentre leggevo la sua storia, come in un film, davanti ai miei occhi si materializzavano le immagini di quanto vissuto: la rabbia, la confusione, la speranza, la voglia di costruire, il perpetuo rialzarsi da terra e combattere. Seguivo le sue parole, il suo impegnarsi nelle battaglie, con un sentimento di partecipazione come chi avrebbe voluto essere al suo fianco in quei momenti. 

Odeh , combatte la sua battaglia per la vita contro un nemico molto più forte e attrezzato. Una battaglia che dura da secoli ma che porterà alla sua vittoria e quella del suo popolo. 

Ci  accompagna per mano nei meandri di una tragedia che ha segnato e sta segnando ancora il destino di un popolo. Una storia molto avvincente che ti prende dall’ inizio alla fine. Scritta con grande naturalezza e lessico verbale che permette al lettore di entrare facilmente nelle vicende narrate. Vicende dalle quali viene fuori tutto il suo vissuto di bambino, adolescente, uomo. 

Un viaggio senza fine di un ragazzo che crede nella vita, nell’ autodeterminazione dei popoli e nella liberta’ quale bene supremo. La lettura del racconto procede avvincente nella limpidezza di una narrazione asciutta, essenziale, priva di retorica ma non di sentimenti, che, nel suo progredire incalzante, fa risalire alla memoria, un sentimento di commozione e di profonda empatia per il protagonista. 

Vi invito a leggere questo umile romanzo, forse farà la differenza, anche piccola, per chi ama la conoscenza oggettiva o per chi è intriso di pregiudizi. O forse farà la differenza per chi ha accumulato nella propria mente idee fatte da media “filtrati” o da macchine cinematografiche spesso con obiettivi non proprio innocenti. Mass media prezzolati per presentare l’essere umano palestinese in un modo che non ha nulla a che fare con la verità.

Salvatore Nappa

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