NAPOLI – Mercoledì 18 gennaio 2023, alle 11, nell’aula Piovani del Dipartimento di Studi Umanistici, in via Porta di Massa 1, sarà inaugurata un’installazione sonora che mette al centro la voce dello scrittore, regista e saggista, Pier Paolo Pasolini, uno dei maggiori intellettuali del Novecento italiano.
‘Comizi – Per Pier Paolo Pasolini‘, questo il progetto ideato dal Dipartimento di Studi Umanistici e frutto della collaborazione con il Dipartimento di Architettura.
All’inaugurazione parteciperanno autorità accademiche e cittadine. Saranno presenti il rettore dell’Università Federico II, Matteo Lorito, il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, il Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, Andrea Mazzucchi, e il Direttore del Dipartimento di Architettura, Michelangelo Russo.
Illustreranno l’installazione i professori Giuseppe Andrea Liberti, Dipartimento di Studi Umanistici, e Massimo Perriccioli, Dipartimento di Architettura. Ospite speciale sarà Ninetto Davoli, attore protagonista di numerosi film di Pasolini, con il quale dialogheranno i professori Vittorio Celotto e Anna Masecchia.
Quattro cabine insonorizzate, le cui sagome richiamano le P dell’acronimo del poeta, accoglieranno chiunque vorrà ascoltare stralci di registrazioni di Pasolini. Sarà sufficiente introdursi nelle cabine, dunque, per ascoltarlo leggere poesie proprie e altrui, discutere le sue opere letterarie e cinematografiche, e ancora intento ad analizzare la società neocapitalista con l’acume che ne ha contraddistinto l’operato culturale.
Letture, interviste, dichiarazioni sono raccolte dentro quattro cabine vuote, in cui introdurre il proprio corpo, entrare in una dimensione puramente auditiva, offrirsi all’atto dell’ascolto, seguendo un percorso non prestabilito, ma scandito in quattro tappe che rappresentano altrettanti nodi del “discorso” del poeta corsaro: Bisogna avere la forza della critica totale; Lo scandalo del contraddirmi; Restare dentro l’inferno; Solo l’amare, solo il conoscere conta.
Comizi si propone di liberare Pasolini dalla propria icona per restituirne la presenza incorporea attraverso la voce, che dà materia alla potenza della parola.
L’intelligenza e la passione di quello che Pasolini ci ha detto passano attraverso il tono, le modulazioni, le inflessioni, la misura del suo parlato. Il timbro sottile e preciso con cui egli ha rivestito i suoi versi e i suoi pensieri, in occasioni pubbliche e private, penetra l’ascoltatore, condizionandone l’immaginario.
Le molteplici incarnazioni dell’opera di Pasolini risuonano con diverse frequenze nella loro forma immateriale, flatus vocis che le trasforma in “tracce” di un discorso battente oltre i confini di ciò che si può vedere, per ribadire che «non c’è altra poesia che l’azione reale».