Vernice arancione su Palazzo Madama

Ieri mattina alle 7:45 quattro cittadine e cittadini appartenenti alla campagna Ultima Generazione hanno imbrattato Palazzo Madama con un getto di vernice arancione, utilizzando degli estintori.

Alla base del gesto, la disperazione che deriva dal susseguirsi di statistiche e dati sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico, ormai già iniziato, e il disinteresse del mondo politico di fronte a quello che si prospetta come il più grande genocidio della storia dell’umanità.

«Ho scelto e continuerò a scegliere di compiere azioni di disobbedienza civile nonviolenta perché sono disperata. Ovunque guardi vedo dissociazione, negazione, alienazione rispetto alla crisi climatica. Realizzare l’inaccettabile richiede più dolore di quanto siamo disposti a viverne, ma è anche l’unica consapevolezza che può spingerci ancora a cambiare le cose e salvarci dal collasso.

La narrativa tanto in voga secondo la quale ognuno di noi può individualmente contribuire a limitare i danni del riscaldamento globale, salvando il pianeta, è senz’altro positiva ma fortemente irrealistica – ha dichiarato Laura – Sono i governi e le istituzioni ad avere il potere decisionale per avviare una transizione energetica effettiva, per modificare e regolare le produzioni di energia e di beni e il sistema dei trasporti, per arginare concretamente le cause della crisi climatica. L’azione individuale non basta.

Non possiamo illuderci che fare la raccolta differenziata e partecipare a cortei organizzati sia sufficiente.

È, di conseguenza, proprio al governo e alle istituzioni che rivolgiamo la nostra rabbia di protesta.
La perseveranza all’inazione climatica è ormai da riconoscere come volontà delle élite politiche ed economiche di scegliere deliberatamente di condannare buona parte della popolazione globale a siccità, carestie, guerre e morte.

Dobbiamo riconoscere le loro responsabilità e le loro colpe. Se vogliamo avere una possibilità dobbiamo unirci in azioni dirette, ribellandoci al destino che il potere di pochi ha disegnato per noi».

Report “Città clima 2022” di Legambiente: i dati

È del 29 dicembre scorso l’ultimo rapporto di Legambiente “Città Clima 2022”. Per l’Italia il bilancio è molto pesante. Lo scorso anno gli eventi meteo-idrogeologici sono aumentati del 55% rispetto al 2021: 310 fenomeni meteorologici che hanno provocato danni e 29 morti. Tutti abbiamo davanti agli occhi le drammatiche immagini della Marmolada, delle Marche e di Ischia. L’intera penisola quest’anno è stata interessata dagli effetti di alluvioni, ondate di caldo anomalo e di gelo intenso, frane, mareggiate, siccità, grandinate; una vera e propria accelerazione degli eventi catastrofici, che ha provocato tanti danni e vittime.

Nel dettaglio, Legambiente parla di 104 casi di allagamenti e alluvioni da piogge intense, 81 casi di danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 29 di danni da grandinate, 28 di danni da siccità prolungata, 18 danni da mareggiate, 14 eventi con danni alle infrastrutture, 13 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 11 casi di frane causate da piogge intense, 8 casi di temperature estreme in città e 4 eventi con impatti sul patrimonio storico.

Per non parlare del lungo periodo siccitoso che ha colpito l’Italia e del superamento di diversi record storici per le temperature estreme, che, secondo le analisi del Ministero della Salute e del Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio hanno mietuto oltre 2.300 vittime in Italia, con un aumento spaventoso rispetto alle 1.472 del 2021 e alle 685 del 2022.

«Tutto questo è permesso e causato dal continuo flusso di sussidi diretti e indiretti immessi nell’industria fossile dallo Stato italiano, che permette tali aggravamenti inaccettabili delle condizioni climatiche. Stop al fossile, ai provvedimenti palliativi e agli interventi riparatori di catastrofi già avvenute», sostengono i cittadini di Ultima Generazione.

Intanto i big della politica condannano l’umanità al genocidio di massa

Alla crescita terrificante di eventi climatici catastrofici in tutto il mondo la politica ha risposto siglando alla Cop27 di Sharm el-Sheikh blandi impegni di riduzione dei gas serra, che condanneranno il pianeta a un aumento della temperatura media globale compreso tra 2,1 e 2,9 C° per questo secolo. In estrema sintesi, significa determinare il peggior genocidio della storia dell’umanità.

Le parole del presidente Mattarella

Un leggero barlume di incoraggiamento arriva per il 2023 dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo discorso alla nazione il 31 dicembre ha dichiarato che «La sfida, piuttosto, è progettare il domani con coraggio. Mettere al sicuro il pianeta, e quindi il nostro futuro, il futuro dell’umanità, significa affrontare anzitutto con concretezza la questione della transizione energetica. L’energia è ciò che permette alle nostre società di vivere e progredire. Il complesso lavoro che occorre per passare dalle fonti tradizionali, inquinanti e dannose per salute e ambiente, alle energie rinnovabili, rappresenta la nuova frontiera dei nostri sistemi economici. Non è un caso se su questi temi, e in particolare per l’affermazione di una nuova cultura ecologista, registriamo la mobilitazione e la partecipazione da parte di tanti giovani».

… e le paure concrete dei giovani

«Il segretario generale delle Nazioni Unite ha detto che, come umanità, siamo in un’autostrada verso l’inferno con il piede sull’acceleratore. In risposta a questa situazione emergenziale, il governo italiano dà il via a nuove trivellazioni per la ricerca di gas in mare e in terra e riapre addirittura centrali a carbone. Come cittadini e abitanti di questo pianeta, dobbiamo fare il possibile per limitare i danni. Infrangendo delle leggi e creando del disagio, sto semplicemente resistendo a questo governo e sto facendo il mio dovere in quest’epoca di estrema importanza per l’umanità tutta – spiega Davide, 23 anni – Ho deciso di prendere parte a questa azione di disobbedienza civile perché ritengo che il governo italiano non stia facendo abbastanza per proteggere la mia generazione e quelle successive dal collasso climatico. Spesso piango e ci sto male, perché per farlo devo sacrificare parte della mia vita e della mia libertà. Ma non potrei fare altrimenti: i miei valori mi dicono che è giusto farlo, che sono privilegiato a vivere in pace e ad aver avuto un’istruzione».

Le richieste del movimento sono:

  • Interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale;
  • Procedere a un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20GW immediatamente, e creare migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile, aiutando gli operai dell’industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili.
Parliamone...
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