Il Rapporto Cei-Caritas-Migrantes giunge nel 2020 alla XXIX edizione e, come di consueto, descrive il fenomeno migratorio, sottolineandone la sua portata sociale ed economica, analizzando aspetti chiave come il lavoro, la scuola, la sanità e, in questa edizione, ponendo una particolare attenzione al legame migrazione e pandemia.
“Conoscere per comprendere” è il titolo, un invito che diventa dovere per la classe dirigente e, più in generale, per l’opinione pubblica. “Nella narrazione dell’immigrazione lo spazio concesso ai suoi protagonisti – persone migranti e cittadini stranieri – risulta minimo (7% nel 2019, quasi dimezzato rispetto all’11% del 2018), mentre ampio risalto è dato al dibattito politico sull’immigrazione (47,1%)”, è scritto nel Rapporto.
Nel mondo
Le persone migranti nel corso 2019 sono, ancora una volta, aumentate. Il numero di migranti internazionali è pari al 3,5% della popolazione mondiale. In mezzo secolo, a partire dagli anni Settanta, il numero di immigrati nel mondo è triplicato, da 84 a 272 milioni di persone.
L’India rimane il paese con il maggior numero di emigrati all’estero (17,5 milioni), seguita da Messico (11,8 milioni) e Cina (10,7 milioni), mentre gli Stati Uniti D’America sono il principale paese di destinazione con 50,7 milioni di immigrati internazionali, seguito dall’Arabia Saudita (13,1) e dalla Russia (11,9).
A livello globale, i migranti per motivi di lavoro sono stimati in 164 milioni, la stima dei migranti forzati, invece, si avvicina a 80 milioni di individui.
In Italia
3,4 milioni sono i permessi di soggiorno rilasciati in Italia nel 2019 e 5,3 milioni sono i cittadini comunitari residenti. I cinque Paesi di provenienza prevalenti sono Marocco, Albania, Cina, Ucraina e India, che ha superato le Filippine, una volta primo paese per numero di migranti.
Si conferma la prevalenza di permessi di soggiorno per motivi familiari (49% del totale), seguiti da quelli lavorativi (42%), dai permessi collegati all’asilo e alla protezione internazionale (6%) e quelli per studio (meno del 2%).
La maggioranza assoluta degli stranieri residenti in Italia è di religione cristiana, oltre la metà, il 54% del totale.
In Italia i lavoratori stranieri sono 2,5 milioni, il 10,7% degli occupati totali che però hanno retribuzione media annua inferiore del 35% di quella del complesso dei lavoratori: 14.287 euro rispetto a 21.927 euro.
Nell’anno scolastico 2018-2019, la perdita di 100.000 studenti italiani (-1,3%) dovuta al calo della natalità è stata compensata dall’aumento di studenti con cittadinanza straniera, per lo più di seconda generazione, di quasi 16.000 presenze rispetto all’anno precedente (+1,9%). Il totale degli studenti stranieri raggiunge circa le 860.000 unità ossia il 10% del totale della popolazione scolastica.
La Fondazione Migrantes, nella redazione annuale del volume di studi sul tema dell’immigrazione straniera in Italia, fornisce dati numerosi e puntuali ma, da diversi anni, dà ampio risalto anche agli aspetti qualitativi e pastorali.
Chi è interessato ad approfondire la lettura del testo, lo trova a questo link.
Giovanni D’Errico