BRUXELLES – “Accordo“. Con una sola parola in un messaggio su Twitter il presidente del Consiglio Europeo Michel ha annunciato l’intesa che ha permesso di chiudere un confronto iniziato venerdì scorso e proseguito fino al cuore della notte, che ha avuto al centro il duello sulla governance dei piani nazionali di ripresa e di resilienza fra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il premier olandese Mark Rutte .
L’ultima versione sulla governance, riferiscono fonti italiane, non era gradita a Conte, cosa che ha comportato una ulteriore pausa del Consiglio.
Alla fine si è però trovata una soluzione, che consentirebbe la sola attivazione del freno di emergenza in casi eccezionali, che comporta un passaggio in Consiglio Europeo, senza conferirgli facoltà decisionali. L’intera procedura ricade sotto la competenza della Commissione Europea, le cui prerogative sono state esplicitamente richiamate nel testo dietro richiesta di Conte. La delegazione italiana ha anche acquisito parere legale del servizio giuridico del Consiglio, che conferma piena competenza delle prerogative della Commissione, il che vuol dire, secondo le fonti, che non c’è alcuna “possibilità di veto in nessuna fase della procedura“.
Il nuovo piano porta all’Italia quasi 209 miliardi. Si tratterebbe di oltre 30 miliardi in più rispetto alla prima proposta (173,8 miliardi). Dei 208,8 mld, 81,4 miliardi sono trasferimenti, in lieve calo da 85,24 miliardi, mentre 127,4 miliardi sono prestiti, rispetto a 88,584 miliardi.
Aumentano dunque, di molto, i prestiti, che vanno restituiti ma che sarebbero a tassi molto bassi, visto che la Commissione, un emittente sovrano, si può finanziare a tassi molto bassi, avendo rating tripla A dalla maggior parte delle agenzie.
Recovery Fund: cosa prevede l’accordo
Un piano di risanamento da 750 miliardi di euro, ovvero 858 miliardi di dollari, con una riduzione dei sussidi dai 500 miliardi di euro ai 390 miliardi di euro da destinare ai Paesi colpiti dalla pandemia da coronavirus. È quanto prevede l’accordo raggiunto dai 27 capi di Stato e di governo dell’Europa a Bruxelles dopo un negoziato durato 90 ore. Di fatto si tratta di un impegno di spesa di 1.074 miliardi di euro per sette anni a partire dal 2021. L’accordo prevede di ricorrere al freno di emergenza solo in casi eccezionali.
Per quanto riguarda l’Italia, il piano prevede quasi 209 miliardi. Si tratterebbe di oltre 30 miliardi in più rispetto alla prima proposta (173,8 miliardi). Dei 208,8 miliardi, 81,4 miliardi sono sussidi a fondo perduto, in lieve calo rispetto a quanto previsto nella precedente bozza, mentre 127,4 miliardi sono prestiti, con un aumento di 36 miliardi rispetto alla previsione della Commissione. Aumentano dunque, di molto, i prestiti che vanno restituiti, ma che sarebbero a tassi molto bassi e a condizioni agevolate. In merito ai Paesi frugali, i rimborsi previsti per la Danimarca ammontano a 322 milioni di euro l’anno, all’Olanda 1,931 miliardi, all’Austria 565 milioni e alla Svezia 1,069.
Le dichiarazioni
L’accordo è stato raggiunto dopo circa 92 ore di vertice.
«Con i “209 miliardi di euro di Next Generation Eu, il “28%” delle risorse del piano europeo contro la crisi provocata dalla pandemia di Covid-19, avremo una grande responsabilità. Abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza, di cambiare volto al nostro Paese. Ora dobbiamo correre, utilizzando questi soldi per investimenti, per riforme strutturali“, ha detto il premier Giuseppe Conte al termine del Consiglio Europeo.
«Siamo all’alba del quarto giorno di un vertice lunghissimo. Forse abbiamo stabilito il record, superando per durata il vertice di Nizza. Siamo soddisfatti: abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso, che ci consentirà di affrontare questa crisi con forza ed efficacia» ha spiegato il presidente del Consiglio in videoconferenza stampa.
«Ce l’abbiamo fatta, l’Europa è forte e unita, abbiamo raggiunto un accordo dopo difficili negoziati in tempi molto difficili per tutti gli europei, un accordo per tutti i 27 paesi ma specialmente per la gente», ha affermato Charles Michel, stanco ma raggiante. Il Presidente del Consiglio Europeo parla di un «accordo da 750 miliardi buono e forte, accordo giusto per questo tempo» e spiega come «la magia del progetto europeo funziona» e funziona «grazie al rispetto, la cooperazione e la volontà di lavorare insieme e di superare insieme le difficoltà». Quelle raggiunte, conclude, «non sono decisioni virtuali ma concrete» ed «è la prima volta che il rispetto dello stato di diritto è criterio» determinante.
«Sono molto sollevata per l’intesa raggiunta sul Recovery Fund e sul bilancio europeo, a febbraio non ci eravamo riusciti, ma ora ce l’abbiamo fatta e questo è un buon segnale», è la soddisfazione della cancelliera tedesca Angela Merkel.
«C’erano paesi che dicevano noi siamo contro un indebitamento comune ma poi l’hanno accettato, che dicevano di non poter accettare che altri stati distribuiscano sovvenzioni ma poi l’hanno accettato. Certo, ci sono compromessi nell’accordo ma non esito a dire che sono proporzionati e sono stati necessari per raggiungere l’intesa finale», ha evidenziato il presidente francese Emmanuel Macron.
«Il Recovery and Resilience Facility è definito in modo molto chiaro: innanzitutto è volontario, ogni stato può scegliere di aderirvi ma chi lo fa deve allinearsi con il Semestre europeo e le raccomandazioni specifiche ai Paesi – ha sottolineato la presidente della Commissione Europe Ursula von der Leyen spiegando come – fino ad ora rispettarle dipendeva solo dai paesi adesso il semestre europeo è connesso a una enorme quantità di prestiti e sussidi».
«Superati ostacoli e divergenze, oggi l’Europa risponde alla chiamata della Storia con un accordo ambizioso e consistente. Con 209 miliardi l’Italia ha un’opportunità unica di rilancio per un’economia più sostenibile, digitale e inclusiva. Ora portiamo l’Italia nel futuro»”. È il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, a commentare su twitter l’accordo raggiunto al vertice Ue.
«Conte ha ottenuto un risultato eccellente che solo la solita fazione di anti-italiani non riconosce. E aggiungo: dato che i soliti esponenti del ‘Partito delle grandi prese’ sono da settimane al lavoro per indebolire Conte e sostituirlo con qualche loro domestico è bene – da subito – ribadire l’ovvio. È stato Conte ad ottenere miliardi di euro per l’Italia? Sì, quindi è bene che sia lui ad avere la responsabilità della gestione di queste risorse. È una questione di giustizia e anche di interesse generale». Lo dice all’Adnkronos Alessandro Di Battista, commentando l’accordo sul Recovery Fund raggiunto a Bruxelles dopo un lungo e durissimo negoziato.
fonte AdnKronos