Ricordate i bonus spesa Covid-19? Quei fondi assegnati ai comuni italiani per aiutare le famiglie più bisognose ad acquistare generi alimentari e prodotti di prima necessità?
Sembra preistoria, ma è giusto qualche settimana fa. Se facciamo un piccolo sforzo di memoria, ricordiamo anche l’appello dei sindaci a lasciare quei fondi alle persone che ne avessero realmente bisogno, a cui facevano da eco gli status sui social dei cittadini e da qui le promesse di tanti sindaci di inviare le richieste di contributo alla Guardia di Finanza.
Le raccomandazioni e gli appelli sono stati vani ma, mai come in questo caso, gli Amministratori hanno mantenuto le loro promesse… ed il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta ha alacremente lavorato per ultimare i controlli di veridicità sulle migliaia di autocertificazioni presentate ai Comuni di Terra di Lavoro.
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I numeri
Sono 542 i soggetti che, dichiarando il falso, hanno ottenuto illegittimamente il contributo straordinario e destinato alle sole famiglie in evidente stato di bisogno e maggiormente colpite dagli effetti economici derivanti dall’emergenza sanitaria, con particolare priorità a quei nuclei familiari che, nel periodo del lockdown, non hanno percepito alcun altro sostegno pubblico.
L’importo complessivo illecitamente percepito che supera i 100mila euro. In più di 400 casi le dichiarazioni false hanno effettivamente comportato l’assegnazione di un buono spesa in realtà non dovuto, mentre in un centinaio di casi i richiedenti hanno dichiarato il falso solo per avere titolo preferenziale nell’assegnazione ma che, anche dichiarando i dati reali, avrebbero ottenuto in ogni caso il contributo.
Circa 10.000 le domande passate al setaccio relative a 20 dei comuni più popolosi della provincia di Caserta. In alcuni casi, sono stati gli stessi enti locali a inviare alla GdF, per le verifiche di competenza, il bando di assegnazione e l’elenco dei beneficiari, in altri casi i militari hanno selezionato solo una parte degli assegnatari sulla base di alcuni indici a maggior rischio irregolarità (come le autocertificazioni attestanti del mancato possesso di sostentamento del nucleo familiare).
333 soggetti sono stati verbalizzati ai sensi della vigente normativa che prevede l’irrogazione di una sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro da 5.164 a 25.822 euro nel limite del triplo del beneficio conseguito, mentre altri 131 richiedenti sono stati denunciati penalmente all’autorità giudiziaria per falso in atto pubblico. Tra tutti i soggetti sanzionati, 80 sono risultati gravati da precedenti di polizia, anche per gravi reati. Ben 416 le segnalazioni inoltrate agli enti locali erogatori per la successiva revoca del beneficio.
I controlli
L’attenzione delle Fiamme Gialle si è concentrata in primo luogo nella verifica dell’effettiva mancata percezione di altre forme di sostegno pubblico, quali reddito di cittadinanza, indennità di disoccupazione, trattamenti pensionistici o comunque del possesso di altri redditi superiori a determinate soglie di valore, più o meno scaglionate secondo la numerosità del nucleo familiare, che in molti bandi costituivano condizioni ostative per l’ottenimento del buono spesa.
I controlli sono ancora in corso e riguardano alcuni Comuni che hanno consegnato con ritardo la documentazione e, in alcuni casi specifici, le verifiche delle Fiamme Gialle casertane sono estese anche alla verifica della correttezza delle graduatorie stilate dai funzionari responsabili dei relativi procedimenti amministrativi.
Si diceva che tutto quello che abbiamo passato c’avrebbe reso delle persone migliori… che saremmo stati più solidali con chi stava peggio ma, ad alcuni, sono bastati pochi euro di buoni spesa per fargli passare tutte le smanie di buoni propositi accumulati in quarantena.