L’Unhcr ha recentemente comunicato che dal 28 febbraio è pari a zero il numero migranti arrivati in Italia via mare, 0 sbarchi in 10 giorni, un evento inedito, un vero record (se così si può definire) che arriva mentre il Governo è impegnato in altre delicate faccende e, per fortuna, nessun politico dell’attuale maggioranza è stato così sfacciato da usare la notizia per guadagnare un po’ di consenso.
La notizia sarebbe, infatti, passata del tutto sotto silenzio se Franco Bechis non avesse colto la palla al balzo per montare una polemica con le ONG che operano nel Mediterraneo, “le cui navi restano in attesa ed evidentemente prendono altre rotte da quando in Italia sono esplosi i contagi.”
La sua tesi è semplice, “Perché nessuno viene in Italia visto che partono dall’altra sponda del Mediterraneo? La risposta è semplice: hanno paura del coronavirus. Probabilmente i diretti trasportati, ma sicuramente i trasportatori che proprio sulle coste italiane sembrano non volere mettere piede“.
E ne ha anche per gli albanesi, a suo dire, popolo ingrato, “Si è ben capito ieri quando hanno chiuso i voli da e per l’Italia anche quegli albanesi che ben ricordiamo come primi protagonisti di un esodo quasi biblico verso le nostre coste.”
Alessandra Sciurba, della ONG Mediterranea, afferma “Nelle ultime due settimane ha imperversato il maltempo su tutto il Mediterraneo centrale, con forti venti e onde pericolose. L’ultimo giorno con buone condizioni meteo-marine è stato il 26 febbraio. In questi giorni, vi è stata un’unica partenza dalla località costiera libica di Al Khums. Forse qualcuno si è messo comunque in mare e forse, purtroppo, ora giace vicino ai 40mila corpi che hanno trasformato il Mediterraneo in un grande cimitero“.
Riccardo Gatti, capo missione della ong spagnola Proactiva Open Arms e direttore di Open Arms Italia, sottolinea, invece, che “Nel Mediterraneo centrale in queste ore non c’è nessuna nave Ong, nessuno che possa testimoniare e raccontare cosa succede lì. Open Arms insieme alle navi Sea Watch 4 (ex Poseidon) e Alan Kurdi sono attualmente ferme a Burriana (Valencia) per lavori; mentre dopo l’ultimo sbarco la Ocean Viking (la quarantena per il personale di bordo è terminata domenica scorsa) è ancora al porto di Pozzallo per questioni tecniche (cambio di equipaggio ed altro). La Sea Watch 3 è ferma a largo di Messina per ultimare la quarantena, non senza proteste.”
Cosa dicono i dati dell’ultimo periodo?
Le partenze erano già diminuite prima dell’emergenza coronavirus, nei 10 giorni di mancati sbarchi in Italia, ne sono arrivati 858 sulle coste spagnole e 788 su quelle greche, e circa una quindicina al giorno a Malta.
“I numeri riportati sugli arrivi sulle tratte spagnola, greca e maltese, sono assolutamente in linea con l’andamento dell’ultimo anno”, sempre Alessandra Sciurba, “Sono il maltempo, le condizioni di guerra in Libia, la cattura da parte delle milizie chiamate guardia costiera libica, gli elementi principali che possono limitare gli arrivi.”
Da inizio anno, in effetti, è confermata la tendenza del 2019, 8.432 sbarchi in Grecia, circa la metà in Spagna, solo 2.553 in Italia e un migliaio a Malta.
Giovanni D’Errico