Amref (Amref Health Africa) è una ONG che opera per migliorare le condizioni di salute del continente africano e si è da sempre distinta per la sua azione comunicativa che ricorre anche alla chiave dell’ironia e della satira.
Quest’anno, in collaborazione con Osservatorio di Pavia, Amref esordisce con un interessante dossier dal titolo “L’Africa Mediata” per dire la sua, in maniera scientifica e seria, su come fiction, TV, stampa e social raccontano l’Africa in Italia.
La domanda d’esordio di Guglielmo Micucci, Direttore Amref Health Africa Italia è “Possiamo accontentarci di questo?” di un’Africa che, attraverso i media, è solo piccole imbarcazioni ribaltate, teste che annaspano nel mare e salvataggi di fortuna?
Amref è stata la prima organizzazione a lanciare in Italia la sfida di una comunicazione positiva sull’Africa, raccontando il continente dall’interno, con le sue potenzialità e la volontà di riscatto.
Ai primi anni 90 risale la fortunata partnership con Giobbe Covatta e il celebre slogan “Basta poco, che ce vo’?”, a fine del 2018, invece, la piattaforma comunicativa “Reframe Africa” e il coraggioso pay off “Non aiutateci per carità”, mentre da diversi anni è in piedi una partnership col TG satirico Lercio.
Una necessaria contro-narrazione, non incline al vittimismo e alla spettacolarizzazione del dolore, che non nega problemi e oggettive difficoltà ma restituisce dignità al dibattito sull’Africa e sugli africani, oltreché dati di realtà e concretezza.
Il rapporto è un testo di facile lettura, molto ben argomentato e diviso in 5 sezioni:
- L’Africa nelle fiction
- L’Africa nei programmi di informazione
- L’Africa nei notiziari
- L’Africa nei quotidiani
- L’Africa nei social network
Massimo Bernardini, giornalista e conduttore di Tv Talk, ben sintetizza i risultati del lavoro. “In Italia il racconto pubblico sull’Africa si basa soprattutto su stereotipi. I mass media, normalmente, se ne occupano in termini solo problematici”.
E poi c’è l’altra faccia della medaglia, “Il positivo africano è sempre solo natura selvaggia, animali, deserti, foreste, al massimo bambini sorridenti”.
Questa ricerca vuole essere un gesto di stimolo e di fiducia verso il mondo dei media, del giornalismo, dell’informazione e dell’intrattenimento.
Guglielmo Micucci suggerisce un altro interrogativo, “Esiste lo spazio per stringere un patto di lealtà con gli organi di informazione e di intrattenimento, per restituire insieme all’Africa – e alle tante “Afriche” che la animano – la dignità di una narrazione corretta e libera da cliché e pregiudizi?”
Lo stesso stimolo, e la conseguente fiducia, vanno anche alle organizzazioni che operano in Africa, nella cooperazione e nel terzo settore, affinché raccontino sempre di più e meglio il loro operato, raccogliendo storie, indispensabili a descrivere realmente le persone e gli scenari, avvicinandoli alla quotidianità di ognuno di noi.
Il dossier è scaricabile gratuitamente dalla nostra area Ricerche & Studi
Giovanni D’Errico