Un report sulle violenze commesse sui richiedenti asilo lungo la “rotta balcanica” è il primo documento, presentato ieri a Trieste, della neonata “Coalizione per i diritti dei migranti forzati sulla rotta balcanica”.
Ne fanno parte, spiega una nota congiunta, il Consorzio Italiano di Solidarietà (Ics) di Trieste, Asylum protection center (Apc) di Belgrado, Centar za mirovne studije (Cms) di Zagabria, Legis della Macedonia.
Nei paesi dei Balcani, spiega la nota, i respingimenti illegali delle persone da uno stato all’altro e i cosiddetti “respingimenti a catena” attraverso più stati stanno diventando sempre più una pratica comune.
Quotidianamente la negazione della procedura d’asilo viene accompagnata dall’uso della forza, sequestro di effetti personali, molestie e umiliazione ai danni di rifugiati e migranti, anche se si tratta di bambini e minori non accompagnati, si sottolinea nel report.
Secondo i dati della Ong serba Apc, dall’inizio dell’anno fino al 19 settembre sono stati registrati oltre 1.256 singoli respingimenti in Serbia dai paesi vicini, principalmente dalla Croazia (almeno 472) e dall’Ungheria (almeno 485).
Il comportamento dalla polizia di frontiera, spiegano dall’Apc, può essere visto come un tentativo, illegale, di controllare le migrazioni.
Nella prima metà del 2019 oltre 16.000 migranti e rifugiati sono entrati in Serbia di cui il 37% erano donne e bambini.
Oltre 5.000 si trovano ora in Serbia, di cui circa 3.000 ospitati nei centri statali, altri in alloggi di fortuna o all’aperto, nascosti lungo i confini o negli squat in aree urbane.
Centinaia di migranti entrano quotidianamente in Serbia dalla Macedonia del Nord, dal Kosovo e dal Montenegro, proseguono dalla Ong serba, mentre centinaia stanno provando allo stesso tempo a lasciare la Serbia per raggiungere la Croazia, la Bosnia, l’Ungheria e persino la Romania.
In Croazia, secondo i dati ottenuti dal Cms dal ministero dell’Interno, nei primi 7 mesi del 2019 sono 3.463 i migranti arrivati e 482 persone sono state rimpatriate. Inoltre, nei primi 9 mesi del 2019, 1.198 persone hanno chiesto asilo e a 134 persone è stata concessa la protezione internazionale.
Vi è una visibile discrepanza, nota l’Ong croata, di oltre mille persone tra chi ha richiesto e chi ha ottenuto protezione, e si pone la questione di cosa sia successo a queste persone, soprattutto alla luce delle denunce da parte di organizzazioni e istituzioni nazionali e straniere sulle espulsioni illegali e sulla violenza perpetrata dalla polizia croata.
Per quanto riguarda l’Italia, i dati raccolti da Ics in Friuli Venezia Giulia mostrano che, al 15 settembre, 5.526 migranti hanno chiesto asilo arrivando dalla rotta balcanica. Da gennaio a luglio 2019 l’Ics ha registrato un peggioramento delle condizioni psicofisiche delle persone in arrivo, e molti di loro hanno riferito di aver subito abusi (fisici e verbali) dalle forze di polizia che hanno incontrato nei Balcani, in particolare da quelle croate.
Nella Macedonia del Nord, secondo i dati della Ong Legis, conclude il report, nei primi 8 mesi dell’anno a 15.695 migranti è stato impedito di entrare nel Paese e sono stati conseguentemente respinti in Grecia.
Nello stesso periodo sono stati intercettati più di 3.025 ingressi irregolari, ma si stima che il numero totale di persone entrate illegalmente sia molto più alto.