Codogno come Lodi. Per migranti Isee non basta. Asgi farà ricorso

Ci riprovano… A Codogno, comune di quasi 16 mila abitanti in provincia di Lodi, per gli immigrati che chiedono un contributo al Comune c’è un modulo in più da compilare.

Anche per la burocrazia codognese non è sufficiente che presentino l’Isee, come fanno gli italiani o i cittadini comunitari.

Devono anche dimostrare che nel loro Paese d’origine non hanno redditi e non posseggono proprietà.

Perchè, si sa, i migranti lasciano ricchezze e proprietà per scroccare i contributi di Codogno…

La richiesta aggiuntiva di certificati, già bocciata dal Tribunale di Milano per il caso di Lodi che ha suscitato tanto clamore, visto che escludeva circa 200 bambini dalla mense scolastiche.

C’è però una differenza: mentre a Lodi la richiesta di certificati dai Paesi d’origine era prevista da un regolamento comunale, a Codogno la burocrazia è più free: non è prevista da alcun atto formale né della Giunta né del Consiglio Comunale.

La richiesta è stata giudicata “Inaccettabile” da Rosanna Montani, consigliera comunale d’opposizione nella lista Codogno Insieme, che per puro caso si è imbattuta nel modulo predisposto dal Comune

L’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), che si è già occupata del caso Lodi, ha quindi scritto a Francesco Passerini, il sindaco di Codogno che guida una giunta Lega Nord, Forza Italia e due liste civiche, per sottolineare che la richiesta aggiuntiva di certificati “non ha fondamento giuridico e illegittimamente impedisce o rende illegittimamente più difficoltoso l’accesso alle prestazioni sociali da parte dei cittadini extra UE“.

L’Isee già comprende la valutazione di eventuali patrimoni posseduti all’estero dal cittadino extracomunitario.

Il modello Isee non costituisce un’autocertificazione ma un’attestazione pubblica del livello di reddito e di patrimonio familiare rilasciata a seguito di verifiche dell’Inps e dell’agenzia delle entrate che riguardano, sia per gli italiani che per gli stranieri, i redditi e i patrimoni sia in Italia che all’estero“.

Costringere quindi uno straniero a procurarsi certificati direttamente nel proprio Paese, con costi elevati e tempi lunghi, è inutile.

Inoltre, si tratta spesso di documenti difficilmente reperibili perché, per esempio, in alcuni paesi non esiste un catasto centralizzato come in Italia.

L’unico strumento che attesta il reddito di una famiglia è quindi l’Isee, come prevede la normativa. “Tali modalità di accertamento dei redditi costituisce, secondo lo stesso DPCM, livello essenziale delle prestazioni ai sensi dell’art. 117 lettera m Cost. e non è dunque consentito alla singola amministrazione comunale, imporre modalità di accertamento diverse“.

Nella lettera, Asgi ricorda che i ricorsi presentati per i casi analoghi di Lodi e Vigevano sono stati accolti dal tribunale di Milano. “Vi invitiamo pertanto ad accogliere le domande dei cittadini extra UE, omettendo la richiesta di documenti aggiuntivi rispetto all’Isee, a ritirare immediatamente il modulo presente presso i Vostri sportelli che reca tale richiesta e a dare informazione di tale modifica della procedura“.

Asgi, infine, contesta al Comune di Codogno, il fatto che per l’assegno famiglie numerose e l’assegno di maternità di base “vengano respinte le domande degli stranieri extra UE titolari del solo permesso unico lavoro. Anche tale prassi è parimenti illegittima perché detti stranieri godono del diritto alla parità di trattamento con gli italiani nelle prestazioni di sicurezza sociale ai sensi dell’art. 12 della direttiva 2011/98 UE e pertanto, indipendentemente da quanto disposto dalla norma nazionale, devono accedere ai predetti benefici. Tale principio è confermato da consolidatissima giurisprudenza“.

Se il Comune di Codogno non cambierà rotta, Asgi farà ricorso in Tribunale.

In tutta questa storia, come sempre, viene da chiedersi: quanti soldi pubblici vengono spesi ogni volta dagli Enti Locali per difendersi da ricorsi che già sanno in partenza di perdere? E perchè addossare questi costi – di natura elettorale – alla collettività?

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