MILANO – Riferendosi ai risultati della sua ultima valutazione, l’IPC (Integrated Food Security Phase Classification) mette in evidenza una situazione umanitaria in fase di rapido deterioramento. In questa contingenza Azione contro la Fame – organizzazione umanitaria internazionale leader nella lotta contro le cause e le conseguenze della fame – ribadisce il suo appello per un’immediata cessazione delle ostilità nello Yemen e ricorda la necessità di garantire un quadro adeguato in cui il sistema di aiuti e le agenzie umanitarie possano operare e rispondere ai bisogni dei più vulnerabili.
“20 milioni di persone nello Yemen hanno estremo bisogno di assistenza umanitaria. In mancanza di una soluzione politica, maggiori aiuti non faranno altro che prolungare l’agonia del popolo yemenita. Se la pace non arriverà presto, il sangue di decine di migliaia di yemeniti sarà nelle mani delle parti in conflitto, così come di quelli che permetteranno loro di condurre una guerra con tanta impunità , ha dichiarato Jonathan Cunliffe, Regional Operations Director di Azione contro la Fame. Un gran numero di yemeniti non sono in grado di soddisfare i fabbisogni alimentari minimi, che corrispondono alle fasi 3 (Crisi) e 4 (Emergenza) della Classificazione Integrata IPC sull’insicurezza alimentare . Circa 250.000 persone sopravvivono a malapena o si trovano nella fase 5, ossia in una “situazione catastrofica“.
“I colloqui di pace in corso in Svezia dovrebbero riuscire ad assicurare la cessazione delle ostilità, in riferimento alla drammatica situazione che si sta verificando nello Yemen“, ha aggiunto Jonathan Cunliffe.
Assieme ad altre organizzazioni umanitarie che operano nello Yemen, Azione contro la Fame continuerà a migliorare operazioni e attività per raggiungere le persone più vulnerabili. Tuttavia, sono necessari maggiori sforzi a livello nazionale, comprese maggiori risorse immesse nell’economia, in modo che la gente abbia più denaro per comprare cibo e altri beni essenziali per sopravvivere.