AVERSA – “In Campania non abbiamo una tradizione di cammini. Li abbiamo ideati perché facciano tradizione”. A parlare è don Francesco Riccio, sacerdote della Diocesi di Aversa ed incaricato della Pastorale giovanile della Campania per i “cammini” sui percorsi di “Per mille strade” della Metropolia di Napoli per raggiungere Roma per l’incontro con Papa Francesco, l’11 e il 12 agosto, in vista del prossimo Sinodo.
L’appuntamento per l’incontro regionale, a Pozzuoli, è per venerdì 10 agosto, alle 16, nella chiesa di Sant’Artema, luogo in cui convergeranno i ragazzi che avranno compiuto i cammini proposti dalle tre metropolie (Napoli, Salerno-Campagna-Acerno, Benevento), che racchiudono le 23 diocesi della regione. Un percorso a parte sarà compiuto dalla diocesi di Sessa Aurunca.
Da Pozzuoli, quindi, proprio da dove San Paolo cominciò il suo viaggio verso Roma, 1.500 giovani campani sulle orme dell’Apostolo delle genti prenderanno parte ai cammini di “Per mille strade” verso la capitale.
“I nostri cammini – continua don Francesco – toccano luoghi significativi, come santuari mariani ma anche luoghi simbolo della Chiesa dei primi secoli. Snodi centrali saranno mete simbolo del territorio campano, come la Terra dei fuochi, dove i ragazzi potranno ascoltare testimonianze di chi è impegnato per la salvaguarda del territorio dall’inquinamento, e il carcere minorile di Nisida, a Napoli. Alcuni dei giovani ospiti della struttura verranno con noi in piazza, a Pozzuoli, e altri con noi a Roma. In quest’incontro con i ragazzi di Nisida c’è il desiderio di portare i nostri giovani lì, ma anche di portare i ragazzi del carcere minorile alla nostra festa”.
La veglia regionale a Pozzuoli sarà un momento dedicato al racconto dei pellegrinaggi compiuti attraverso la proiezione di video da dieci minuti, realizzati dagli stessi ragazzi durante i cammini. Poi, seguiranno due testimonianze: una vocazionale e una presentata da un giovane di Nisida. La serata continuerà con un momento di preghiera e sarà conclusa da un gruppo di ragazzi africani che animeranno una festa interculturale.
“Vogliamo dire ai giovani che il Sinodo è camminare con altre persone – conclude don Riccio – e vogliamo farlo fisicamente, condividendo con loro quella che sarà una fatica – spiega il sacerdote – ma proprio per via della fatica si crea una condizione di aiuto reciproco”. Un messaggio sociale dunque: “Vogliamo fare capire che si cammina nella concretezza della vita, nelle strade delle nostre città, dove ci troviamo tutti corresponsabili del nostro territorio che ci appartiene e dobbiamo prendercene cura”.
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