Assistenza sanitaria profughi: Progetti ad hoc in Lombardia

MILANO – In pochi mesi ne hanno già curati oltre 700. I profughi, ospitati nei centri di accoglienza di Brescia e Milano, possono contare infatti su un nuovo progetto di assistenza sanitaria ad hoc offerta rispettivamente dagli Spedali Civili e da San Paolo e Niguarda.

A Brescia medici e infermieri girano in camper tra le diverse strutture in cui sono ospitati richiedenti asilo o chi ha già lo status di rifugiato, mentre a Milano il San Paolo ha attivato un ambulatorio specifico per tutti i rifugiati presenti in città. Il Niguarda, inoltre, offre un servizio psichiatrico e psicologico. È questo in sintesi il progetto Start, partito effettivamente nel gennaio scorso, finanziato con oltre un milione di euro dall’Unione europea e che coinvolge, oltre ai tre ospedali, anche la Fondazione Ismu, la Cooperativa Crinali di Milano e la cooperativa Tempo Libero di Brescia.

«Siamo soddisfatti di questa attività che ci ha visti come capofila di un progetto molto interessante di integrazione – spiega Ezio Belleri, direttore generale dell’Asst Spedali Civili di Brescia – anche perché il presupposto essenziale per il raggiungimento degli obiettivi è rappresentato dalla collaborazione tra tutte le Istituzioni, le strutture e i vari soggetti che a vario titolo sono entrati nella gestione dei richiedenti e titolari di protezione internazionale».

Il progetto Start è stato pensato proprio per rispondere alle esigenze di una popolazione, quella dei richiedenti asilo, che nel giro di pochi anni è cresciuta notevolmente. Al San Paolo di Milano c’è già da 15 anni un ambulatorio per chi è senza permesso di soggiorno, oltre a servizi specifici per l’assistenza alle donne migranti. Il nuovo ambulatorio, per i richiedenti asilo, «fornisce assistenza sanitaria di base e attiva i percorsi di assistenza specialistica e di secondo livello -spiega Marco Salmoiraghi, direttore generale dell’Asst San Paolo e San Carlo-. In particolare sono previsti percorsi dedicati per l’area infettivologica, per l’area della salute mentale e della fragilità psichica e per l’area ostetrico ginecologica che valorizzano anche la nostra esperienza di Centro di riferimento nel campo delle Mutilazioni Genitali Femminili». «Il Niguarda – aggiunge Carlo Pagani, Servizio di Etnopsichiatria dell’Ospedale milanese – partecipa al Progetto Fami Start per l’area della città metropolitana prendendo in carico richiedenti asilo e rifugiati accolti presso le Strutture di accoglienza prefettizie. L’equipe fornisce consulenze psichiatriche e psicologiche e percorsi di cura psicoterapici e psicofarmacologici rivolti in particolare a pazienti con disturbi dello spettro postraumatico».

photo credit: CroceVerdeCasale Heropean Fencers 2016 via photopin (license)

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