Marcia per l’accoglienza a Bologna. Il Comune si dissocia

Il Comune di Bologna non aderisce alla marcia “Bologna accoglie. Nessuno è illegale”, organizzata per domani (27 maggio) in città. Il motivo? La contrarietà al decreto Minniti, alla base della manifestazione.

A spiegare le ragioni di questa decisione è l’assessore alle Politiche sociali di Palazzo D’Accursio, Luca Rizzo Nervo, oggi in Consiglio comunale. «Per aderire e partecipare a un percorso è necessario a nostro avviso essere coinvolti dall’inizio nella costruzione della manifestazione – spiega in aula l’assessore, rispondendo a un’interrogazione della leghista Lucia Borgonzonie soprattutto nella piattaforma politica che in questo caso si può leggere in rete e che ha molte cose condivisibili e condivise, sul piano non solo ideale, ma nella pratica quotidiana, altre più discutibili, altre per noi non presenti ma imprescindibili»

In particolare, sottolinea Rizzo Nervo, il Comune non può aderire alla marcia «basandosi su alcune parole d’ordine che non può condividere, essendoci all’interno della convocazione anche la richiesta di dissociarsi da una legge dello Stato, la legge Minniti-Orlando». Allo stesso tempo, rimarca ancora l’assessore, «in quella piattaforma politica non ci sono riferimenti a una legge che invece la Giunta ritiene assolutamente centrale a proposito dell’integrazione, che è quella della cittadinanza delle persone nate da famiglie straniere nel nostro territorio nazionale».

Un motivo in più dunque per non aderire, anche se «non c’è alcun elemento di polemica con chi ha promosso la marcia – assicura Rizzo Nervo – ci teniamo a ribadire che speriamo sia una manifestazione gioiosa, una manifestazione che esprima quel tanto di capacità che Bologna rappresenta nelle sue forme plurali, istituzionali e non, sul tema dell’accoglienza, che è un tema cruciale di questi anni».

Alla marcia di domani aderiscono invece Cgil, Cisl e Uil perché si tratta di «una manifestazione che dichiara la propria vicinanza e il proprio sostegno alle organizzazioni umanitarie che salvano vite nel Mediterraneo e che rifiuti la criminalizzazione della solidarietà». Ma è anche una marcia che «chiede con forza al Parlamento di abrogare la legge Bossi-Fini e di approvare la riforma sulla cittadinanza». Inoltre, con la manifestazione di domani a Bologna si esorta il Governo a «modificare radicalmente l’impianto delle politiche sull’immigrazione, perché così come sono state di recente proposte attraverso le leggi Orlando-Minniti rappresentano un pericoloso passo indietro sul piano dei diritti e della civiltà giuridica».

In piazza domani ci sarà anche Sinistra italiana. «La straordinaria manifestazione dei 100 mila di sabato 20 maggio a Milano – affermano in una nota Giovanni Paglia, Igor Taruffi, Yuri Torri e Cathy La Torreha dimostrato che esiste un largo pezzo di cittadinanza che non si arrende al razzismo e alla paura e che anzi afferma con forza la necessità di una società inclusiva e aperta. Tale messaggio va allargato e in questo senso la marcia di Bologna rappresenta un’occasione preziosa. Le migrazioni non possono essere derubricate a questione di decoro turbato e al più di ordine pubblico».  (Agenzia DIRE)

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