Succede a Milano. Vivono in uno stabile abbandonato, alcuni hanno il permesso di soggiorno altri no. Domenica 21 maggio, all’ora di pranzo, mentre sta preparandosi il pranzo su un fornelletto uno di loro si ustiona seriamente. Chiamano il 118 per chiedere soccorso. Ma, insieme all’ambulanza, arriva anche una volante della Polizia: gli agenti cominciano a chiedere i documenti a tutti. Chi non li ha, viene portato in Questura.
È successo a un gruppo di migranti, che avevano trovato rifugio in uno stabile abbandonato di via Lampedusa, periferia sud di Milano. Per il Naga, associazione di volontariato che si occupa di assistenza sanitaria e legale, siamo di fronte a un “grave abuso”.
Perché? “L’irruzione è stata effettuata in occasione di un intervento sanitario – sottolinea l’associazione -. E questo mette a repentaglio la possibilità di rivolgersi con fiducia e tranquillità a servizi essenziali che tutelano la salute e l’incolumità di tutte e tutti e lede di fatto la fruibilità del diritto alla salute e all’accesso alle cure che deve essere garantito (secondo la legge italiana, secondo la Costituzione, secondo le norme internazionali) indipendentemente dallo status giuridico delle persone: la salute prima di tutto“.
“Diciotto tra i ragazzi presenti in quel momento vengono perquisiti e portati in questura (in vari viaggi: le volanti sono costrette a fare avanti e indietro diverse volte), alcuni ammanettati -racconta il Naga-; ci viene riferito che per controllare i locali e gli occupanti dello stabile si sfondano anche le porte. I ragazzi vengono trattenuti in Questura in stato di fermo; uno sarà rimpatriato, gli altri infine rilasciati, dopo quasi 24 ore, con l’intimazione di lasciare il territorio nazionale entro 7 giorni in quanto ‘entrati irregolarmente’ in Italia“.
L’Areu, l’azienda regionale che gestisce il 118, conferma la dinamica dei fatti. “Domenica abbiamo ricevuto una richiesta di soccorso per ustioni a seguito di esplosione nello stabile abbandonato di via Lampedusa, già noto alle forze dell’ordine tanto che abbiamo l’ordine di pre-allertarle quando dobbiamo intervenirci. Per questo insieme all’ambulanza sono arrivate le forze dell’ordine. Il giovane migrante – assicura il 118 – è stato soccorso subito e portato all’ospedale Niguarda con ustioni molto serie. La scelta di fare un controllo dei documenti a tutti i presenti in quel momento è stata invece della Questura, sulla quale il 118 non ha alcuna competenza”.
“Non possiamo non chiederci in che modo interventi di questo tipo garantiscano alla cittadinanza una maggiore ‘sicurezza’ – aggiunge però il Naga -: siamo più ‘sicuri’, se diffondiamo la paura di chiamare il 118 per un’ustione accidentale, perché ora sanno che insieme all’ambulanza potrebbe arrivare la polizia? Crediamo di no. Crediamo che episodi di questo tipo costituiscano un ulteriore salto di qualità nella lotta non al degrado ma alle sue vittime“. (dp)