Trentuno corpi, “per la maggior parte di bambini”. Questo il tragico bilancio del naufragio di un barcone di migranti avvenuto oggi a largo della città libica di Zuara. Ne da notizia la Ong Moas,
Stando alle prime ricostruzioni, il barcone trasportava circa 500 migranti quando, per cause ancora da chiarire, si è ribaltato. Numerose le persone messe in salvo mentre sul posto stanno ora convergendo altre unità navali per aiutare i soccorritori. Al momento, non risulterebbero dispersi.
“Non è la scena di un film dell’orrore…Ma una tragedia reale che sta avvenendo adesso, alle porte dell’Europa”. Commenta così il fondatore del Moas (Migrant Offshore Aid Station) Chris Catrambone che, sul suo profilo twitter, posta le drammatiche foto delle operazioni di soccorso.
Quella di oggi è una giornata di piena emergenza per il Mediterraneo: sono infatti 15 le operazioni di salvataggio coordinate dalla Guardia Costiera in corso davanti alle coste libiche.
Centro Astalli: “Cessi l’ecatombe nel Mediterraneo”. Padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli esprime profondo cordoglio per le vittime e ribadisce l’urgenza di creare vie legali di accesso in Europa: “Alla vigilia del G7 chiediamo a istituzioni nazionali e sovranazionali di far cessare immediatamente l’ecatombe del Mediterraneo e di farsi carico di trovare soluzioni durevoli e pacifiche alle crisi umanitarie che in molte parti di Africa e Asia costringono alla fuga milioni di persone”.
“Non è bloccando la migrazione che si risolverà un fenomeno complesso come quello della mobilità umana – continua -. È necessario intervenire sulle cause: porre fine a guerre, dittature, carestie e povertà strutturali. I potenti della Terra non possono ritenere di risolvere l’immigrazione con operazioni di deterrenza, di contenimento e di rafforzamento dei confini. È necessario mettere in atto una nuova politica di cooperazione e di sviluppo sostenibile per tutti”.
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