Buona partecipazione, nonostante la bora e le condizioni climatiche proibitive, per la manifestazione tenutasi ad un anno dalla scomparsa di Giulio Regeni.
Giusto 365 giorni fa, il 25 gennaio 2016, alle 19.41, si perdevano le tracce di Giulio. Il giovane ricercatore era a Il Cairo, in Egitto per una ricerca di dottorato sui diritti dei lavoratori e i sindacati egiziani.
Il 3 febbraio scorso viene ritrovato il suo corpo in fondo ad un fosso di una strada periferica della capitale egiziana. Dopo una serie di depistaggi da parte degli inquirenti si appura che Regeni è stato torturato e sono ritrovati, sul suo corpo, segni evidenti di una morte lenta. Lo stesso Presidente Mattarella parlerà «di un crimine così efferato, che non può rimanere impunito».
Nonostante questo a tutt’oggi non sono noti, almeno non ufficialmente, né i motivi né i responsabili di tanta crudeltà.
Tornando alla manifestazione erano circa 300 le persone accorse nella centralissima piazza Unità d’Italia che hanno così aderito all’appello lanciato da Amnesty International in tutta Italia.
Una piazza particolare quella di Trieste: città nella quale il giovane ricercatore ha frequentato il liceo e il Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico.
In tanti hanno voluto esternare un messaggio di riconoscenza per Giulio Regeni e di speranza per una ricerca della verità in merito alla sua assurda morte.
Ai nostri microfoni Fabio Del Missier, Responsabile Educazione di Amnesty International Friuli Venezia Giulia.
#365giornisenzaGiulio: Trieste scende in piazza… di Contrastotv