E’ oramai una festa sempre più con meno invitati quella del primo maggio. La chiamano Festa del Lavoro ma, in giro, di lavoro ce n’è sempre di meno. A nulla valgono i proclami e i vari “act”: sono i numeri a parlare.
Lungi da noi essere “gufi” vediamole un po’ queste cifre: a festeggiare il 1° maggio saranno circa 22 milioni e 500 mila italiani (la cifra comprende i lavoratori dipendenti piu’ autonomi) e sebbene gli ultimi dati presentati proprio ieri (29 aprile) relativi alla disoccupazione da parte dell’Istat ci dicono che le cose stanno migliorando, il nostro paese continua a registrare dei ritardi occupazionali molto preoccupanti. Tra i 28 paesi dell’Unione europea solo la Croazia (55,8 per cento) e la Grecia (50,8 per cento) presentano un tasso di occupazione più basso del nostro (56,3 per cento).
Spieghiamo pure come otteniamo questo numero ossia rapportando il numero degli occupati presenti nel Paese e la popolazione in età lavorativa tra i 15 e i 64 anni. Ventiseiesimi nell’Europa a 28 non è un bel risultato specie se andiamo a vedere i differenziali con le altre nazioni: 17,7% è la percentuale di occupati che la Germania ha più di noi, 16,4% il Regno Unito e 7,9% la Francia ma non finisce qui… parlavamo di valori medi del nostro tasso di occupazione e di quello dell’Unione europea dove il nostro paese sconta un differenziale di 9,3 punti percentuali, ma se ci cimentiamo nei dati del tasso di occupazione femminile (pari in Italia al 47,2 per cento) vediamo che lo scarto con la media Ue è di 13,2 punti, mentre quello giovanile… peggio che andar di notte… è di 17,5 punti percentuali.
E ora… facciamoci ancora più male. Vediamo un po’ la Campania come sta messa, be’ la risposta è: peggio della Grecia. E non di poco: il tasso di occupazione medio della nostra regione presenta 11,2 punti percentuali in meno rispetto al dato medio di Atene.
Ma c’è un dato, qui a sud del Garigliano in cui andiamo forti: il numero di lavoratori in nero. Questa categoria è composta da dopolavoristi, da pensionati, da disoccupati, da cassaintegrati e da una buona parte di persone che non ha un posto di lavoro e ha deciso di non cercare più’ un’occupazione regolare. In rapporto ad un tasso medio di irregolarità che si attesta intorno al 12,8% su tutto il territorio nazionale, la Campania raggiunge il picco del 21,4%.
Di tutt’altro parere è il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti che in occasione della Festa del Lavoro del primo maggio afferma che «Dopo un lunghissimo periodo di crisi che ha colpito duramente il lavoro e le imprese, nel corso dell’ultimo anno l’Italia ha ripreso la strada della crescita. Grazie anche alle riforme promosse dal governo è cresciuta la fiducia delle imprese e delle famiglie, sono ripartiti gli investimenti, si sono risvegliati i consumi. E soprattutto è tornato a crescere il lavoro».
«Nel 2015 – continua Poletti – abbiamo completato la riforma del lavoro. Ora dobbiamo attuarla pienamente per ampliare le opportunità di lavoro, in modo da ridurre ancora la disoccupazione, e per favorire la crescita delle imprese sane e regolari, quelle che possono creare buon lavoro. Per raggiungere questi obiettivi potremo contare sull’Agenzia Nazionale per le politiche attive e sull’Ispettorato nazionale del lavoro, l’agenzia unificata per le ispezioni in materia di lavoro, previdenza e sicurezza. Resta ancora tanto da fare. In particolare, siamo consapevoli che l’impegno maggiore deve essere rivolto verso i giovani, perché il livello della disoccupazione giovanile resta ancora troppo alto. Ai giovani vogliamo offrire nuove opportunità, a partire già dalla fase degli studi, puntando, come prevedono le riforme realizzate, su un più forte raccordo tra mondo della scuola e mondo del lavoro. Auguro un buon 1° maggio a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori italiani».
Ci accodiamo, per gli auguri, al Ministro Poletti per un buon Primo Maggio non solo ai lavoratori, ma a tutti gli italiani… anche a tutto quel popolo che ancora resiste alla ricerca di un lavoro che non esiste.