Reggia di Carditello: storia di bellezza, decadenza e futura rinascita

 

Tesoro” perduto”della Campania ed emblema dei tanti beni culturali abbandonati del nostro bel Paese: è la Real Tenuta di Carditello, meglio nota come Reggia di Carditello, magione sita in San Tammaro.

Per i Borbone era la “Real Delizia”. I regnanti delle Due Sicilie, infatti, solevano trascorrere le loro vacanze e svolgere le loro battute da caccia in questo gioiello immerso in 6100 ettari di boschi, pascoli e terreni coltivabili.

La Reggia, in stile neoclassico, fu commissionata da Carlo IV di Borbone a Francesco Collecini, allievo e collaboratore di Luigi Vanvitelli.

Esempio di fattoria modello e polo zootecnico d’avanguardia , durante l’appartenenza ai Borbone, ha visto l’accorrere di studiosi e scienziati da ogni angolo d’Europa.

La “Real Delizia” smise di essere tale con l’arrivo dei Savoia che la cedettero ad un signorotto di Casal di Principe, inaugurando in tal modo un periodo di triste decadenza per la Reggia, trasformatasi persino in luogo di latitanza di alcuni membri del clan dei Casalesi, nel secolo scorso.

Il Real Sito è poi stato messo all’asta dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per 10 milioni di euro. Il diritto di prelazione è stato assegnato dal Tribunale al Comune, alla Provincia, alla Regione e al MIBAC.

Le undici aste tenutesi dal 2011 al 2013 si concludono, tuttavia, con un nulla di fatto. Sono questi gli stessi anni in cui della Reggia si occupa volontariamente Tommaso Cestrone.

«Non si può parlare della Reggia senza ricordare Cestrone: un esempio per la società— così come lo definisce Lello Zito di Agenda 21, associazione di Carditello— Tommaso Cestrone ha pagato di tasca propria il lavoro di manutenzione e salvaguardia della Reggia, inclusi gli attrezzi utili per esso».

«Perché Carditello non deve morire e finché vivrò io sarò qui», Sono state queste le parole, eloquenti più di ogni definizione, sostanziate dal suo pragmatico impegno, svolto con costanza fino alla sua morte avvenuta nel dicembre 2014. Parole pronunciate da Cestrone stesso nel film Bella e perduta di Marcello Petrone, dedicato appunto alla Reggia.

Nel 2014 è stato siglato un accordo tra la Sga e il Ministro del MIBAC, Massimo Bray, che ha previsto la cessione da parte della Sga al MIBAC del Real Sito.  Nel Real Sito,  acquistato dal Patrimonio di Stato e affidato al Polo museale  della Campania sono stati avviati interventi di restauro diretti dalla Soprintendenza delle Belle Arti che hanno reso agibili la metà circa degli spazi e hanno portato all’apertura della Reggia lo scorso 20 dicembre, durante la quale è stato possibile visitare l’appartamento reale, le stanze di Ferdinando IV e ammirare i relativi quadri raffiguranti messi e vigne della Reggia e la famiglia reale. Infine, è stato possibile ammirare la tavola meccanica, tavola imbandita che dalle cucine saliva all’appartamento reale tramite ruote dentate .

Tuttavia, ad oggi, la Reggia è ancora chiusa al pubblico. Necessita, infatti, di una seconda fase di lavori per rendere agibili le rimanenti aree, per la quale non si hanno notizie certe di fondi che la rendano possibile.

Le associazioni del forum di Carditello richiedono pertanto un incontro conoscitivo sul futuro della Reggia e soprattutto la riapertura di Carditello come migliore segnale che lo Stato possa dare al Paese.

 

Maria Rosaria Pianese

photo credit: Real Sito di Carditello via photopin (license)

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