Sentirsi indispensabili per il prossimo, al fine di costruire la vita altrui e la propria: sembra essere questo il principio che ha mosso oltre 300 volontari di ogni parte d’Italia e del mondo a prendere parte al campo di volontariato internazionale “Passione civile”, aperto il 5 luglio e pronto a raccogliere tanti nuove storie di riscatto sociale sotto il sole cocente di Palermo.
Le cose migliori si ottengono solo con il massimo della passione: lo diceva Goethe che perseverò tutta una vita nello scrivere quella che poi è divenuta l’opera pilota della sua produzione, il poema monumentale “Faust”, ma lo possono ribadire anche i palermitani della miriade di associazioni presenti sul territorio del capoluogo siciliano, poiché la “passione” con cui ogni giorno infervorano le loro attività oggi possono contare su una forza umana che parla tante lingue diverse, ma che mai come adesso sono pronte ad armonizzarsi per emettere lo stesso suono.
Ed è proprio la convinzione dell’efficacia culturale ed etica dell’integrazione tra nazionalità diverse alla base della storia di “Emmaus”, l’organizzazione internazionale fautrice della iniziativa intrapresa nella città di Falcone e Borsellino. Tutto nasce proprio da un incontro, tra due vite diverse eppure squisitamente accomunate dalla voglia di uscire dal pantano dell’ignavia e dell’indifferenza: l’Abbe’ Pierre, il “cappuccino partigiano” che fabbricò passaporti falsi per salvare vite umane dalla morsa divoratrice del Nazismo, nel 1949 raccolse il patrimonio emotivo che l’esperienza delle montagne francesi durante il secondo conflitto mondiale gli aveva lasciato, e lo tradusse in solidarietà verso chi invece aveva compiuto una deviazione troppo azzardata nella propria vita. Georges era un assassino, che preso dal pentimento, non vedeva l’ora di farla finita: fu l’abate di Lione a fare di un omicida un modello perfetto di cittadino attivo, coinvolgendolo nel progetto di costruzione di case per i senza-tetto di Parigi. Un gesto che salvò la vita di un essere umano, ma che soprattutto in quel freddo novembre di quasi sessantacinque anni fa suggellò la nascita del movimento degli Stracciaioli – Costruttori “Emmaus”. Dallo spirito caritatevole di un religioso che declinò la missione della propria vita secondo i dettami del sacrificio Francescano, venne fuori un profumo di solidarietà umanitaria che oggi abbraccia e scalda il cuore di ben 300 comunità sparse in tutto il globo.
“La solidarietà non è dare, ma agire contro le ingiustizie”: le parole dell’Abbe’ Pierre sono un monito dalla importante caratura morale, ma oggi in occasione delle contingenze di tempo e di luogo potrebbero essere leggermente rimaneggiate. L’attività dei già 50 volontari pervenuti a Palermo per la prima settimana del campo internazionale è piuttosto un “dare e far dare per agire contro le ingiustizie”: l’eterogeneo manipolo di persone di tutte le età animate però dall’omogeneo e compatto entusiasmo di sentirsi fattivi e combattenti, già in queste ore sta bussando alle porte delle case palermitane, per incentivare la consegna di vestiti, mobili, utensili, e ogni oggetto che il consumismo dei nostri giorni ci ha fatto riporre in un polveroso deposito. Si parte dalla valorizzazione di ciò che può apparire più futile per costruire un modus vivendi che sia più produttivo, più florido, e dunque più felice: per questo tutto ciò che sarà raccolto verrà rivenduto a prezzi bassissimi al padiglione 16 della nota Fiera del Mediterraneo, dove un gigantesco “mercatino dell’usato” permetterà di adattarsi al potere di acquisto di chi in Sicilia va a costituire quel 32% della popolazione regionale che non può aver dignità nemmeno di un pasto completo.
Ma l’iniziativa di Emmaus non vuole solo nutrire l’economia dissestata delle famiglie dei quartieri popolari di Palermo, ma si pone il nobile obiettivo di “nutrire le coscienze” dei cittadini: quella stessa coscienza che il fondatore, l’Abbe’ Pierre, volle tutelare con la propria impegnata e sincera azione politica, quando sempre in quel gremito 1949 presentò un disegno di legge al Parlamento francese per il riconoscimento della “obiezione di coscienza”. Gli italiani, i francesi, gli spagnoli, i russi, gli estoni, i greci e tutti coloro che compongono e ancora comporranno il colorato esercito di volontari di “Emmaus” si faranno ambasciatori della loro idea di legalità, di impegno, di etica umana, attraverso una serie di eventi e convegni a cui hanno dato vita in piena armonia di valori con gli alberi di speranza che popolano l’Eden del terzo settore palermitano. Con l’associazione “Crescita Civile”, nata dall’intraprendenza e proprio da quella “passione civile” degli abitanti del quartiere Montepellegrino, prenderanno corpo da ora fino alla fine della kermesse di volontariato attività di animazioni e laboratorio per i bambini del rione. Lo stesso accadrà all’Istituto onnicomprensivo “Giovanni Falcone” di quel ormai noto ZEN che a Palermo è il quartiere exemplum dell’emarginazione sociale che vivifica nelle zone che stanno alla manovalanza criminale così come una zona paludosa sta a delle fastidiose zanzare. Qui nel campetto della scuola dedicata al magistrato simbolo della lotta alla mafia, i volontari di “Emmaus” si renderanno organizzatori con l’associazione “Laboratorio ZEN insieme” di corsi di attività sportive e artistiche, per permettere ai bambini del luogo di poter tingere con i colori della speranza la tela sbiadita di una vita strappata al sorriso.
Mariano Scuotri