Mostra degli Uffizi a Casal di Principe: manca davvero poco.
«La bellezza può essere espressa in diverse declinazioni: sono bellezza i dipinti della Scuola Caravaggesca, come è bellezza fare radio in un bene confiscato».
E Renato Natale, sindaco di Casal di Principe, ha espresso con fierezza quest’idea sempre più realistica di bellezza nel parlare ai microfoni di “NumeroZero” il format di Etiket Radio nel bene liberato di San Cipriano d’Aversa.
Le parole del primo cittadino, sollecitato dalle domande del conduttore e dai per-corsisti del Corso di Reporter di Cittadinanza nell’ambito del Progetto Identità in Rete sostenuto da Fondazione con il Sud, arrivano nello stesso giorno in cui le opere degli Uffizi hanno solcato gli ingressi di “Casa Don Diana”, dove rimarranno in esposizione sino al 21 ottobre.
«E’ l’atto finale di un percorso iniziato ad ottobre scorso quando, al festival NovoModo, parlai ad Antonio Natali (direttore degli Uffizi) della resistenza allora già in atto da tempo nel territorio di Casale contro il dominio culturale della camorra. Oggi possiamo dire che la bellezza delle opere d’arte del più famoso museo del mondo incontra la bellezza della forza dei miei concittadini che non si sono mai arresi negli ultimi venti anni».
È l’atto finale di un cammino di rapporti umani dunque quello della mostra “La luce vince l’ombra”, di un vero e proprio progetto di Restart Up economica e urbana promosso da R_Rinascita. una kermesse di ben quattro mesi nella quale oltre a 9 opere provenienti dalla prestigiosa galleria fiorentina, sarà possibile ammirare anche testimonianze nostrane dell’estro artistico di scuola caravaggesca, grazie ai manufatti concessi dal museo di Capodimonte, dalla Reggia di Caserta e dal Museo Campano di Capua, per un totale di ben 19 opere.
Ma è soprattutto l’inizio di un cammino nuovo, dove opere del Rinascimento si fanno ambasciatrici di quello che è definibile il “Rinascimento sociale”, avviatosi con il seme di ribellione lasciato cadere dalla morte di don Peppe Diana, nel lontano ’94, quando si sentì il bisogno di estirpare la bruttezza del sangue e della morte dilagante nella terra tristemente nota all’epoca solo come terra dei boss. Ed ora proprio la villa di un boss diviene la villa dei Casalesi onesti: la vecchia casa del capoclan, tale Egidio Coppola, oggi intitolata a don Peppino, è il primo bene confiscato e restituito alla cittadinanza dove diviene possibile ospitare l’arte espressa al massimo grado della perfezione formale.
«E’ una follia che si materializza quella di poter vedere la “Carità” di Luca Giordano esposta nelle stanze che una volta furono luogo di morte. Ed è una grande soddisfazione pensare che tutto ciò è stato reso possibile dalla cooperazione di realtà associative, imprenditoriali e professionali del nostro territorio, che si sono rese protagoniste di un vero e proprio piano di sviluppo di nuove risorse e nuove capacità,troppo a lungo sopite dall’apatia culturale figlia della brutale forza della criminalità».
La narrazione di una nuova, e bella, storia continuerà a spargere la propria voce e spandere la propria importanza nelle terre della Resistenza alla Camorra, e si evolverà in progetti permanenti di memoria ed impegno sociale.
«E’ stato già avviato – spiega il sindaco – con la ProLoco e le scuole un progetto di scoperta del patrimonio storico e delle tradizioni della provincia di Caserta, un modo per far rivivere la storia gloriosa della terra campana, già espressa nei richiami espliciti di molte prestigiose opere che saranno esposte nei prossimi mesi. L’ obiettivo è quello di fare della “Casa Don Diana” un polo museale di riferimento per gli appassionati e per tutti coloro che vorranno ammirare quanto di sano e giusto il nostro popolo sa esprimere: già è stato firmato un protocollo con il Ministero dei beni e delle attività culturali e con la Prefettura di Caserta per ufficializzare l’intento educativo e benefico delle iniziative e delle attività che coinvolgeranno Casale e dintorni nei prossimi tempi».
Michele Docimo
Mariano Scuotri