Palermo, piazza Magione. Uno dei tanti luoghi fulcro di quello che i palermitani doc amano ancora chiamare il quartiere della Kalsa, utilizzando la radice araba della vecchia denominazione che designa l’odierna I circoscrizione territoriale del capoluogo siciliano.
Ma anche, e soprattutto, il posto che oggi più di ogni altro scorcio o vicolo dell’antica Panormus si riempie di carica simbolica per chi ha lottato a favore del progresso socio-culturale dell’intero Bel Paese.
Qui sono cresciuti Falcone e Borsellino, assaporando forse fin dall’infanzia il degrado umano correo della criminalità organizzata, che li portò ad elaborare una coscienza civile e un senso del dovere atti al miglioramento trasfuso poi, a costo della vita, nell’animo di tutti gli italiani onesti, i quali dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio vollero scorgere un barlume di speranza anche oltre le lamiere contorte dal tritolo, infimo concretizzante della bestialità mafiosa.
Di quest’ultima schiera fanno parte in prima linea i commercianti delle 957 imprese con i 12.476 consumatori loro sostenitori morali e materiali, che oggi compongono la grande realtà del movimento-comitato “Addio pizzo”, nato il 29 giugno del 2004 dalla volontà di coloro che credettero nella possibilità di surclassare con la forza della dignità di ogni singolo individuo l’acquiescenza generale nella quale il racket regnava incontrastato nelle vie di Palermo, con l’accertato 80% dei commercianti che puntualmente pagavano in silenzio il pizzo e che consolidavano il potere incontrastato della “signoria Cosa Nostra”.
Oggi, dopo quasi undici anni di attività, l’associazione può annoverare traguardi tagliati che però a loro volta segnano nuovi inizi e nuove sfide. Dalla clandestinità quasi coercitiva delle prime attività, come gli striscioni anonimi apparsi il 29 agosto del 2004 sul cavalcavia della tangenziale di Palermo in memoria di Libero Grassi, passando per l’apertura del Punto Pizzo Free “L’emporio” per sostenere attivamente il commercio dei prodotti degli imprenditori avversi a schiavizzarsi sotto i colpi del giogo mafioso, fino ad arrivare alle migliaia di persone che, dal 29 al 31 maggio, daranno vita alla oramai decima edizione della Festa/Fiera del consumo critico, nella cornice della nota piazza del popolare quartiere palermitano, già teatro delle prime tre edizioni, tra cui dunque quella pilota del 5 maggio del 2006.
La cultura della legalità e del bene comune la si apprende assimilandola come perno della propria quotidianità fin da quando si incomincia a conoscere da vicino il proprio nucleo familiare, dove per famiglia si può intendere l’ohana caratterizzata da tutti coloro verso i quali siamo legati da un rapporto umano, che esso sia affettivo, lavorativo o semplicemente conoscitivo.
Per questo, senza alcuna retorica di stampo populista, è lecito affermare che la gioventù costituisce l’orto dove coltivare i semi di speranza per la rinascita futura della Sicilia come di tutta l’Italia, travolta dalla barbarie dell’estorsione e della corruzione in tempi così difficili. Saranno innanzitutto i giovani delle tante scuole di Palermo a rendersi attivi partecipanti della tre giorni di Addiopizzo, sfilando per le strade nella giornata inaugurale dell’evento e mostrando i frutti della costante opera formativa che il comitato compie dal 2005 in oltre 170 scuole della città.
Frutto di tale preziosa attività sono i rapporti avviati con autorevoli personalità del mondo dell’antimafia nonché la realizzazione di strumenti mediatici atti a denunciare l’enormità del fenomeno estorsivo, come il libro-DVD “Palermo. Vista racket”, che nel 2008 vide impegnati gli studenti di 20 istituti che si addentrarono nella giungla di omertà dei commercianti impauriti, ai quali somministrarono questionari, previa garanzia di anonimato, dal quale sarebbe stato possibile desumere non solo un dato puramente statistico della realtà dei fatti, ma anche la questione emotiva di ogni attore coinvolto in quel macabro spettacolo di violenza morale prima che materiale.
Quest’anno a muovere imprenditori e consumatori, sostenitori e partecipanti ancora in potenza (si spera quanto prima in atto!) alla coesa realtà di Addiopizzo, sarà anche la consapevolezza di essere parte di un’epoca storica nella quale è necessario risollevare il morale di chi si vede afflitto dall’oscurità e dallo squallore della povertà che genera disprezzo per il mondo che ci circonda, fucina, a sua volta, quest’ultimo, di depressione e rabbia.
Per tal motivo, oltre alle iniziative volte alla sensibilizzazione ad un consumo critico che abbia come paradigma la lotta al racket ed all’usura (incentivando la conoscenza e l’acquisto dei prodotti a marchio certificato “addiopizzo”), che si tradurranno nella pratica in incontri e dibattiti con chi ha avuto il coraggio di alzare la testa e dire “no”, sarà preponderante nel calendario di quest’anno la presentazione dei due progetti di riqualificazione territoriale volti alla restituzione di due importanti siti ambientali alla comunità in condizioni degne della ventata di civiltà e progresso respiratasi in questi anni di ribellione allo status quo malavitoso: la più volte citata Piazza Magione, sede della manifestazione come già detto, e il rappresentativo quanto funzionale Parco della Favorita.
Tali progetti dispongono di €20.000 stanziati grazie alle donazioni solidali dei contribuenti, i quali saranno destinati a quello che tra i due piani riceverà più consensi in base alle priorità manifestate dai possessori della “Addiopizzo card”.
La Trinacria sede degli elogi poetici dei più importanti cantori e poeti della lirica corale greca disvelerà la propria bellezza come arma micidiale contro il “puzzo del compromesso morale” che colpì Borsellino a tal punto da spingerlo a render bandiera della propria esistenza la rinascita morale ed economica del proprio popolo: lo stesso dovere che ci deve vedere tutti oggi decisi nel contraccambiare con la nostra consapevolezza di esseri liberi e pensanti l’arroganza di chi tenta di appropriarsi il diritto di vivere con sudore onesto dell’altro.
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