Lottare contro le mafie: Impegnarsi per…

Lottare contro le mafie, la corruzione, l’illegalità vuol dire impegnarsi per.  Per la giustizia sociale, per la democrazia, per la libertà. Obbiettivi che possiamo raggiungere soltanto insieme. Non si è davvero liberi se gli altri non lo sono, non c’è legalità senza uguaglianza, non c’è democrazia senza i diritti fondamentali.

Don Luigi Ciotti

 

di Mariano Scuotri e Pasquale Avella

Ma l’impegno di cui parla il Presidente di “Libera contro le mafie” deve essere parte dell’intera comunità o di un manipolo di giornalisti e associazioni? Come ci sente di mattina quando, svegliandoci da persone oneste, troviamo una terra che sembra non avere possibilità di riscatto? «Così è sempre stato»: questa sarebbe la classica risposta di un innocente anziano, col suo maglione a rombi e la sua coppola. E questo è grave! Ma risulterebbe ancor più grave se questa fosse la risposta di un giovane, coi suoi jeans a vita bassa e il suo cappello da baseball, perché allora sarebbe  vittima di quella “rassegnazione” che miete più vittime del piombo.

Eppure proprio a causa di esso, il più delle volte, a ritrovarsi nelle bare e nelle chiese dei nostri paesi, dimenticati dal Padre Eterno, sono state le stesse persone oneste ed innocenti, che con quelle famiglie non avevano nulla a che vedere.

Ma ciò non significa che essere onesti ed innocenti costituisca l’equazione con l’essere vittima d’ o’ sistema. Anche quest’ultimo eufemismo utilizzato propriamente per indicare l’organizzazione criminale, dei nostri luoghi, non è a caso. Se ogni parte non asservisce al proprio compito, allora il sistema decade. In tal guisa, si ha una “società grigia” – che è parte dello stesso sistema –  fatta di persone, sì oneste e innocenti nei loro gesti quotidiani, ma ignave nel momento in cui si debba tramutare in azione ciò che tutti sanno esprimere con profondi e toccanti discorsi.

Per troppo tempo l’azione di pochi ha rappresentato la necessità di un popolo che si è sentito schiacciato dalla collusione tra poteri forti e clan locali, tra politica e interessi economici, facendo apparire quell’azione di quei pochi come un azzardo dalle aspirazioni utopistiche. Così, negli anni di piombo, come in quelli del tritolo, le immagini naturali che si sono avute della nostra terra riconducono ad uno scenario “bellico”, nella quale da una parte della “trincea” il coraggio, dato dalla paura del proprio destino, ha permesso un lento risveglio delle coscienze.

E qui chiunque riconoscerebbe il ruolo di chi è sceso nelle strade dei nostri paesi durante l’egemonia dell’omertà, quando Casal di Principe era il posto con più omicidi in Europa, quando Cosa Nostra era la più grande “Holding” del pianeta. Don Peppe Diana, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giancarlo Siani, Don Pino Puglisi. Non erano eroi. Ma scandagliando opportunamente hanno un’unica caratteristica comune: compivano il loro dovere.

È dovere di un magistrato garantire il rispetto delle leggi; è dovere di un giornalista raccontare a fondo le verità; un prete invece ha il compito di riunire la comunità sotto gli stessi valori, non solo cristiani, ma che sono figli dell’etica umana. Ma allora: il dovere morale e civile di un cittadino qualunque e di uno studente dove alberga?

Nei diritti di ogni individuo.  Primo tra tutti quello di essere liberi da ogni sistema che sopprime la felicità dei più, a servizio di quella dei pochi – che si accontentano di imperi, comandi,  di un auctoritas destinata solo alla creazione di un deserto di anime intelligenti.

Se “la mafie temono la scuola più che la giustizia”,  come ci diceva Nino Caponnetto, allora l’unica chiave per la serratura che apre le porte al cambiamento è compiere quel proprio dovere sin dietro i  banchi di scuola.

“Fare un pacco alla camorra” non significa aver bisogno di più armi o di più eserciti, ma costruire una società che nelle prime file abbia un’economia pulita, territori non inquinati, cervelli non contaminati e uomini coscienti. Significa operare nel presente per un domani libero. Significa prestare le proprie capacità ad un’energia comune. Bisogna trovare la forza di cambiare. Ora, o mai più.

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