Yogurt Barikamà: Lavoratori in… fermento

L’impresa portata avanti da un gruppo di giovani africani ha vinto un bando della regione Lazio. Ma non c’è la possibilità di anticipare i soldi per le nuove attrezzature e si studiano modi per raccogliere fondi.

ROMA – Ve li ricordate i ragazzi dello yogurt Barikamà, che arriva sulle tavole della capitale attraverso i Gas, i Gruppi di acquisto solidale? Ebbene dal 2010, quando un gruppo di giovani africani arrivò al Centro sociale Ex Snia di Roma senza soldi e senza documenti dopo le rivolte di Rosarno contro lo sfruttamento dei migranti, tanta acqua è passata sotto i ponti. Perché se all’inizio producevano appena 10 litri di yogurt a settimana che vendevano in giro per i mercati, portandoselo dietro negli zaini, oggi la produzione è salita a 200 litri. E se nei primi tempi la gente guardava i venditori con sospetto misto a leggero timore per la propria incolumità di consumatori, ora lo yogurt Barikamà è divenuto il simbolo di un’economia diversa e solidale, dove l’attenzione alle materie prime si sposa con il rispetto per le persone che producono e che consumano. Tanto che il gruppo ha deciso di fare un salto: si è costituito in cooperativa sociale di tipo B ed ha vinto un bando della regione Lazio su fondi europei che permetterà al progetto di crescere ed essere sostenibile.

“Attualmente produciamo lo yogurt ogni mercoledì, con strumenti professionali, nel caseificio del Casale di Martignano dove coltiviamo anche un orto biologico di due ettari – spiega Suleman Diara, presidente della cooperativa sociale Barikamà –. Ma ci occupiamo anche della distribuzione in bicicletta dello yogurt, ai vari destinatari, soprattutto Gruppi di acquisto solidale e mercati. Ora però vogliamo aumentare la produzione di yogurt e verdure, trovare un luogo per lo stoccaggio a Roma, acquistare due frigoriferi industriali in aggiunta a quello già presente e alcune biciclette con carrelli e box termici. In questo modo, potremo consegnare anche altri prodotti di piccoli produttori del territorio che hanno difficoltà a effettuare le consegne a Roma”. Tutto perfetto insomma, se non per un piccolo particolare: il bando prevede un finanziamento per una cifra complessiva pari a 20.831 euro, di cui il 20% (4.167 euro) a carico della nascente cooperativa. Ma – e qui arriva il problema – “purtroppo non abbiamo i soldi per comprare bici, carrelli, frigo entro la fine dell’anno e rischiamo di perdere il finanziamento del bando”, aggiunge Suleman. La restituzione della somma è prevista dopo un anno a decorrere dal 31 dicembre 2014, data entro la quale la cooperativa dovrà aver speso l’intero importo di oltre 20mila euro. “Ma ottenere un prestito dalle banche per una realtà come la nostra è praticamente impossibile e, anche se ci riuscissimo, ci verrebbe a costare troppo in termini di interessi e non sarebbe sostenibile per noi”, prosegue il presidente di Barikamà.

Da qui l’appello, rivolto a singoli e a gruppi, che da qualche giorno ha cominciato a girare in rete: “Aiutateci a reperire questa cifra per portare avanti il nostro progetto”. È possibile sostenere l’iniziativa sia con donazioni che con pre-acquisti. In quest’ultimo caso i consumatori potranno versare un acconto per ricevere a casa, settimana dopo settimana, lo yogurt e le verdure bio pre-acquistate. Immediata la risposta dei Gruppi di acquisto solidale romani che si approvvigionano dello yogurt Barikamà. “In pochi giorni abbiamo raccolto quasi 5.500 euro, un quarto della somma totale” afferma Giacomo Crisci del Coordinamento della Rete Gas del Lazio. Nel frattempo la cooperativa Barikamà si prepara ai primi cambiamenti: entreranno a farne parte un ragazzo e una ragazza con sindrome di Asperger (una forma di autismo ad alto funzionamento), che si occuperanno della gestione del sito, della grafica, della comunicazione, della contabilità e della scrittura di bandi. Nella convinzione che un progetto di economia “differente” non solo nasce dal basso, ma può trarre linfa e beneficio dall’unione delle forze tra persone con difficoltà di tipo diverso.

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