I problemi non sono stati risolti. Ha vinto la stanchezza!
ROMA – E’ terminata la protesta nel Cie di Ponte Galeria. Questa mattina i 13 cittadini marocchini che sabato scorso si erano cuciti la bocca hanno deciso di interrompere la loro protesta facendosi rimuovere il filo dalle labbra. Lo rende noto il Garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni.
«Queste persone – ha detto Marroni – hanno deciso di interrompere la loro protesta per sfinimento, non certo perché i loro problemi sono stati risolti. Come già spiegato, qui non stiamo parlando di persone con problemi di giustizia. E’ tutta gente che, nella vita, ha lavorato duramente e che poi, con il caos seguito alle guerre della primavera Araba, ha visto spazzate via le proprie certezze ed ha guardato, con la speranza figlia della disperazione, all’Europa come l’ultima via di uscita. Spente le luci dei riflettori e terminata la protesta, tocca alla politica fare in modo che il complesso tema dell’immigrazione non torni, di nuovo, nel dimenticatoio».
Durante la protesta choc, il Garante aveva inviato una lettera alla Ministra dell’Integrazione Cècile Kyenge, invitandola a visitare la struttura romana «per constatare di persona le condizioni di vita all’interno del Cie e per ascoltare le ragioni dei migranti che avevano deciso di cucirsi le labbra».
Nelle scorse settimane, Marroni aveva accompagnato la ministra in visita al carcere di Rebibbia Femminile e, in quella occasione, si erano confrontati su temi di attualità come la gestione dei flussi migratori e la presenza degli stranieri in carcere. Intanto il garante ha inviato il suo contributo alla Carta di Lampedusa, il documento che vedrà la luce oggi, sull’isola.
Secondo il Garante, nell’ultimo decennio il dibattito sull’immigrazione è stato caratterizzato da temi come la «criminalizzazione dello straniero irregolare, l’allontanamento dei migranti, i controlli militari alle frontiere. Un comportamento alimentato da operazioni mediatiche tese ad esaltare la paura della diversità e che ha avuto la conseguenza di affermare una maggiore propensione alla marginalità sociale dei cittadini stranieri, spesso accompagnata da forme di intolleranza razziale».
Il contributo inviato da Marroni alla Carta di Lampedusa si basa su due proposte: la prima riguarda accordi di collaborazione con i Paesi terzi e l’avvio di processi di identificazione nel carcere, poi il superamento del “Sistema Cie” e il potenziamento dei programmi di Rimpatrio Volontario Assistito.