Dal Consiglio d’Europa un grande piano per l’integrazione dei Rom

Il più grande progetto di integrazione mai messo in campo. Coinvolti 22 Paesi europei e più di mille mediatori culturali.

NAPOLI – È il più grande piano per l’integrazione dei rom mai realizzato in Europa. Si articola in due progetti, uno destinato ai rom (RomEd) e uno alle amministrazioni comunali (RomAct).

Il primo “capitolo” del progetto per i rom (RomEd1) ha coinvolto 22 Paesi e più di mille mediatori culturali, che hanno permesso ai bambini rom di studiare e alle famiglie di accedere a cure mediche. Il 18 gennaio, per l’Italia,  parte da Milano la seconda fase, RomEd2, in contemporanea con un progetto destinato alle amministrazioni comunali, RomAct. Quest’ultimo coinvolge 40 Comuni di 10 Paesi europei.

A finanziare l’intera operazione è stato il Consiglio d’Europa insieme ad Open society foundation.

Oltre al capoluogo lombardo, RomAct coinvolgerà Roma, Napoli, Torino, Bari e Pavia: “L’obiettivo è accompagnare le comunità rom e le amministrazioni locali in un percorso comune che li aiuti a risolvere problemi concreti“, spiega Djana Pavlovic, attrice e mediatrice culturale rom, portavoce della Consulta per i rom di Milano e referente del progetto in Italia.

Dal risolvere i problemi di un campo rom (di ordine sanitario, sociale e legale) fino al recupero dei fondi europei per i progetti d’integrazione, il capitolo RomAct si rivolge ad assessori e funzionari delle amministrazioni comunali.

In contemporanea, RomEd2, focalizzato sulle comunità rom, cerca di rendere i mediatori culturali dei ponti tra fuori e dentro il campo. “Credo che gli strumenti forniti siano importanti e che ci siano i modi per misurare i progressi“, commenta Djana Pavlovic.

Ogni città avrà il suo specifico modo di gestire il progetto, a seconda delle caratteristiche della comunità rom. A Milano, dove già esiste la Consulta come tramite tra le istituzioni e i campi, sarà coinvolta tutta la comunità che vive nei campi autorizzati. In altre città più difficili, come Roma, si comincerà da un singolo campo “ma l’idea è sempre di allargare a più gente possibile”, chiude Pavlovic.

photo credit: Christos Tsoumplekas (Back again!) via photopin cc

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