Obiettivo dell’iniziativa stimolare il dibattito sul fenomeno della tratta di esseri umani per sfruttamento sessuale o lavorativo.
Nel corso della tavola Rotonda gli operatori del settore hanno affrontato gli aspetti di prevenzione, individuazione delle potenziali vittime e della loro tutela e assistenza così come dell’applicazione normativa. La tratta è un fenomeno estremamente complesso ed in continua evoluzione.
E’ un grave reato contro la persona che coinvolge persone di varie nazionalità, assoggettate a diverse tipologie di sfruttamento (sessuale, lavorativo, accattonaggio, economie illegali), in alcuni casi manifeste e facilmente individuabili, in molti altri celate, pertanto di difficile contrasto.
Nel 2012 continuano a essere sfruttate prevalentemente nella prostituzione giovani donne tra i 18 e i 25 anni, provenienti da Nigeria e Romania. Ma crescono anche le vittime di traffico provenienti Brasile, Marocco, Cina e Albania.
L’ordinamento italiano dispone di un importante strumento di tutela delle vittime: l’articolo 18 del Testo Unico Immigrazione, che prevede la possibilità di rilascio di uno speciale permesso di soggiorno allo straniero sottoposto a violenza o a grave sfruttamento, quando vi sia pericolo per la sua incolumità per effetto del tentativo di sottrarsi ai condizionamenti di un’associazione criminale o delle dichiarazioni rese in un procedimento penale.
“E’ tuttavia una misura che andrebbe rivista” secondo Francesca De Masi, Coordinatrice dello sportello per donne vittime di tratta della cooperativa Be Free di Roma, intervenuta durante la Tavola rotonda – “perché nel quadro di politiche per l’immigrazione repressive, anche una tutela di questo tipo non viene garantita e ci sono differenze territoriali nell’interpretazione della legge; basti pensare – continua – che nel Cie di Ponte Galeria in cui operiamo, dal 2011 si è dimezzato il numero delle donne alle quali siamo riusciti a far ottenere protezione umanitaria”.
Con la crisi economica secondo gli esperti si assiste ad un sostanziale aumento del fenomeno. Secondo gli ultimi dati Caritas/Cnca dal 1999 al 2012 i servizi di aiuto alle vittime sono entrati in contatto con oltre 65.000 persone; di queste, ben 21.378 hanno deciso di entrare in un programma di protezione e assistenza sociale
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