“E’ fondamentale rispettare la natura di soccorso, prima accoglienza e transito del centro di Contrada Imbriacola – spiega la nota -. Il centro è stato realizzato per fornire una prima accoglienza ai migranti e richiedenti asilo soccorsi in mare, in attesa del loro rapido trasferimento (entro 48 ore al massimo) verso appositi centri dislocati su tutto il territorio nazionale, dove i loro casi vengano presi in esame. Senza un adeguato sistema di rapido trasferimento dei migranti fuori dall’isola si verificano costantemente situazioni di grave degrado anche in vista di possibili nuovi arrivi via mare”.
Richieste che l’Unhcr ha indirizzato al governo italiano da tempo. “Sono anni che chiediamo alle autorità italiane trasferimenti rapidi da Lampedusa – ha dichiarato Laurens Jolles, delegato dell’Unhcr per l’Italia e il Sud Europa -. Il sovraffollamento che si verifica costantemente è insostenibile e dà origine ad una situazione nella quale, nonostante gli sforzi degli operatori umanitari, l’assistenza fornita è altamente al di sotto degli standard minimi”. Sovraffollamento dovuto anche ai lavori di ampliamento del centro iniziati recentemente e subito bloccati. “Il centro di accoglienza deve essere riportato rapidamente alla sua capienza originaria di 850 posti – spiega la nota – al fine di evitare che, anche con un singolo sbarco, possano crearsi situazioni di disagio estreme dovute al sovraffollamento: condizioni igienico sanitarie critiche, spesso con persone costrette a dormire all’addiaccio negli spazi adiacenti al centro di accoglienza”.
L’Unhcr esprime inoltre preoccupazione per la situazione di 26 cittadini siriani ed eritrei, alcuni dei quali sopravvissuti ai terribili naufragi di ottobre, che si trovano nel centro di accoglienza di Lampedusa da oltre due mesi a disposizione della Magistratura come testimoni. “E’ incomprensibile – ha concluso Jolles – come queste persone, alcune delle quali sopravvissute ad una tragedia di enormi proporzioni, si trovino ancora bloccate a Lampedusa senza che sia garantita loro la tranquillità necessaria per superare il trauma e cercare di rifarsi una vita in dignità”.