Tour in dieci regioni italiane per chiedere la chiusura degli Opg e l’apertura dei Centri di salute mentale h24.
Simbolo della libertà riconquistata dagli internati e della possibilità di realizzare i propri desideri, Marco Cavallo ha compiuto in questi giorni un viaggio in Italia, percorrendo 4.000 km e toccando 16 città e 10 regioni per visitare i sei manicomi giudiziari e alcune delle sedi dei nuovi mini Opg.
È rientrato martedì a Trieste, dopo 13 giorni in viaggio in Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Toscana, Sicilia, Campania, Lazio, Abruzzo, Emilia Romagna e Lombardia.
L’iniziativa, che ha ricevuto la medaglia del presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, è stata promossa dal Comitato stopOpge dalle Edizioni alphabeta Verlag con la loro Collana 180 – Archivio critico della salute mentale, per chiedere la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari, lo stop ai mini OPG o manicomi regionali e l’apertura di Centri di salute mentale 24 ore su 24.
Oggi come allora Marco Cavallo ha aperto dei varchi nei muri degli Opg, che sono quelli della discriminazione, dei diritti e della dignità negati, anche se rimane ancora grande il divario che separa i cosiddetti “folli rei” dalla piena cittadinanza. Contribuisce al mantenimento di questa situazione un codice penale che ancora mantiene separati i destini di chi viene ritenuto “matto” dai cosiddetti “sani”.
Tuttavia, sono emerse delle opportunità per un cambio di rotta. A livello istituzionale il Comitato stopOpg ha avuto la possibilità di lavorare con i senatori e i deputati del Parlamento italiano per favorire la realizzazione dei Progetti terapeutici riabilitativi individuali, con dimissioni e misure alternative alla detenzione (come peraltro già prevede la legge e due sentenze della Corte Costituzionale) validi sia per gli internati che per i detenuti delle carceri, invece delle Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza, ovvero mini Opg.
A livello territoriale invece Marco Cavallo è riuscito a far incontrare e mobilitare insieme lavoratrici e lavoratori della salute mentale, cittadini-utenti, familiari, giovani studenti, sindaci e rappresentanti delle Amministrazioni locali, che si sono trovati d’accordo nella necessità di affermare una piena cittadinanza per tutti, e quindi una vera inclusione sociale, offrendo più servizi sociali e sanitari, garantendo lavoro, casa e relazioni umane. Solo in questo modo la psichiatria può essere in grado di restituire diritti e dignità ad ogni persona.
È di questa opinione anche Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali del comune di Milano, secondo cui “la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari deve essere accompagnata da soluzioni rispettose della dignità e dei diritti delle persone. Per questo – continua Majorino in occasione del confronto ospitato a Palazzo Reale per salutare Marco Cavallo – diciamo no ai cosiddetti mini-Opg, che ripropongono la logica dell’internamento. E chiediamo che vengano potenziati i Centri di salute mentale, nei quali sviluppare inclusione sociale, lavorativa e abitativa. Però il Governo – conclude l’assessore – deve mettere a disposizione le risorse adeguate, altrimenti tutto ricadrà sui territori che, ancora una volta, verrebbero lasciati soli ad affrontare i problemi in modo emergenziale”.
È in programma per oggi, giovedì 28 novembre, l’incontro tra il comitato stopOpg e la presidente della Camera Laura Boldrini in cui verrà fatto un bilancio del viaggio di Marco Cavallo nelle regioni italiane. L’incontro sarà anche un’occasione per presentare le proposte per continuare la campagna per l’abolizione degli Ospedali psichiatrici giudiziari e per il diritto alla tutela della salute mentale.
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