C’è il pericolo di una guerra fra poveri, tra disoccupati italiani e stranieri, per ottenere un salario o misure di sostegno al reddito.
La domanda di lavoro in Italia può essere “ampiamente soddisfatta” anche “in assenza di una nuova programmazione di quote generali tramite i decreti flussi annuali”.
Lo mette nero su bianco la Direzione generale immigrazione e politiche di integrazione del Ministero del lavoro nella nota sull’occupazione nel secondo trimestre del 2013: il decreto flussi è inutile quest’anno.
Infatti sono 511 mila gli stranieri regolari, comunitari ed extracomunitari, senza un impiego, 150 mila in più rispetto allo scorso anno. Crescono anche gli inattivi, ormai 1,25 milioni, rispetto ai 990 mila del 2010.
Tra le cause di questo fenomeno, spiegano gli esperti del Ministero del Lavoro, c’è un aumento della popolazione arrivata in Italia con i ricongiungimenti familiari, gli “stranieri di seconda generazione” (così scrivono) e le “quote d’ingresso non programmate di popolazione straniera non comunitaria quali profughi, persone richiedenti asilo politico”.
L’Italia non ha posto per altra manodopera: lo si legge tra le righe del documento in cui si vedono le caratteristiche di una guerra tra poveri.
Ci si contendono le briciole dei sussidi per chi ha perso un impiego. In questo settore è in forte aumento il numero degli stranieri: 16 mila sono beneficiari dell’indennizzo per la mobilità, 185 mila di quella per la disoccupazione. Altri 123 mila, stima il Ministero, potrebbero attivarsi nel giro di poco per cercare un posto di lavoro. Il tasso di disoccupazione è cresciuto tra gli stranieri fino al 17, 9 per cento, mentre tra gli italiani è all’11,1.
Dei settori “tradizionali” dei lavoratori immigrati, quello delle costruzioni segna un calo del 18 per cento degli occupati e quello dei servizi alla persona del 17.
Nonostante questo, però, gli occupati stranieri nei servizi alla persona (extracomunitari) crescono di 5,3 punti percentuali. In caduta libera anche i contratti. Per i cittadini dell’Unione europea il numero di contratti di collaborazione scende del 30 per cento, stessa percentuale dei non comunitari.
L'”Italia disoccupata” appare divisa in due: al Sud la disoccupazione è soprattutto italiana (nel 2013 si sono persi 335 mila posti di lavoro), al Centro Nord è più alta l’incidenza di quella straniera.
Nel Nord Ovest è concentrata la maggior parte dei lavoratori stranieri extracomunitari (565 mila circa), mentre al centro si trova un lavoratore comunitario su tre. Il quadro si ripresenta se si guarda ai beneficiari di sostegno al reddito. Il 15, 3 per cento degli stranieri che ne godono e al Nord Ovest, il 12 al Nord Est. In nove casi su dieci il beneficiario è uomo.