Il vero e proprio ecocidio che si sta consumando alla luce del sole tra le province di Napoli e Caserta, nella “Terra dei fuochi” ormai simbolo e paradigma dei traffici illeciti di rifiuti e dell’estrema pericolosità dell’ecomafia, rappresenta un attentato all’ambiente, alla salute dei cittadini e allo sviluppo del territorio.
È una brutta storia che riguarda soprattutto il futuro. La gravità della situazione e l’urgenza di dare risposte efficaci, troppo a lungo rimandate, richiede uno sforzo congiunto di tutti affinché la Terra dei fuochi possa tornare ad essere di nuovo “Terra felix”: terra felice.
Con questo spirito Legambiente, Libera e Fiom hanno promosso verso la manifestazione di Napoli, un’assemblea pubblica che si svolgerà oggi (13 novembre) alle ore 17,00 presso il Seminario Vescovile di Aversa.
Saranno presenti Gianni Solino, Coordinatore Provinciale Libera Caserta; Rossella Muroni Direttore Nazionale Legambiente; Enrico Fontana Direttore Nazionale Libera; Michele De Palma Fiom Nazionale; Andrea Amendola Fiom Campania; Michele Buonomo presidente Legambiente Campania; Don Giuseppe Esposito· Diocesi di Aversa; Valerio Taglione Comitato Don Peppe Diana; Alessandro Gatto WWF.
La mobilitazione popolare- scrivono in una nota Legambiente, Libera e Fiom– da atto di denuncia, si deve trasformare in proposta politica, di cui le amministrazioni locali e il governo nazionale devono farsi carico, mettendo in campo con urgenza una risposta concreta.
Legambiente, Libera e Fiom avanzano 10 proposte specifiche basate sulla trasparenza dei dati e sulla riconversione del territorio, sulle tutele e i diritti, a partire da quello alla salute: rafforzare l’attività di controllo, coinvolgendo nelle giuste forme, la popolazione; rendere pubblica e aggiornare l’attività di mappatura dei siti contaminati; avviare una sistematica e puntuale attività di campionamento ed analisi dei prodotti ortofrutticoli ed alimentari; reperire risorse e strumenti certi per la messa in sicurezza e la bonifica delle aree inquinate; avviare in tempi rapidi il Registro Tumori della Regione Campania; individuare un piano sanitario pubblico specifico per le zone colpite dagli sversamenti e dichiarate ad alto rischio di tumori; definire azioni concrete di risarcimento del danno ambientale; creare una rete di aziende e soggetti che promuovano e difendano la Campania pulita; mettere in campo un piano di riconversione basato sulla giustizia sociale e ambientale in Campania; introdurre nel Codice penale i delitti contro l’ambiente, così da consentire alle forze dell’ordine e alla magistratura di prevenire e reprimere in maniera più efficace i fenomeni d’illegalità e criminalità ambientale.
La proposta- concludono Legambiente, Libera e Fiom- che vogliamo costruire insieme, non è solo uno stimolo al dibattito pubblico attorno al tema della Terra dei fuochi, ma è anche un modo per raccontare la “Campania che resiste“.
Le esperienze degli agricoltori che hanno rifiutato gli sversamenti sui propri appezzamenti; le cooperative sociali che sono nate sui beni confiscati alla camorra; le lotte del lavoro che servono da esperienza e monito sul diritto alla salute; le esperienze positive che in questi anni, con il loro impegno sociale e civile, sono state sentinella nei nostri territori.