ROMA – “L’operazione è cominciata, sono già operativi in quel braccio di mare degli assetti che normalmente non vengono impiegati, ci sono già più navi del solito. A partire dal 18 ci sara’ anche una nave diversa, una unità anfibia col compito di coordinare tutte le altre navi. Complessivamente 6 navi della marina militare, ognuna con equipaggi da 80 fino a 250 uomini, con elicotteri a lungo raggio“. Con queste parole a Mix24 su Radio 24 il Ministro della Difesa, Mario Mauro, è intervenuto sull’Operazione ‘Mare Nostrum’.
Quando si identificano i migranti cosa succede?
“Il compito della missione e’ umanitario– sottolinea Mauro- ovvero salvare le vite umane. Ma anche di sicurezza, le navi hanno una doppia ragione di presenza, navi militari col compito di identificare anche le navi madri, utilizzate dagli scafisti. Quando vengono individuate le navi procediamo a scortarle, vengono condotte al porto sicuro più vicino secondo le regole del diritto internazionale. Se non ci sono migranti che hanno bisogno di assistenza sanitaria – in questo caso vengono trasferiti sulle nostre navi – e se il battello è in condizioni di navigare, la nave viene scortata verso il porto più sicuro e più vicino, non necessariamente italiano“.
E’ vero che usate anche droni per identificare le navi di appoggio o i barconi dei migranti?
“I droni– risponde il ministro- vengono da tempo utilizzati anche per usi civili, non prevedono l’uso di dispositivi armati. Non siamo in guerra, le forze armate italiane contribuiscono alla pace e alla stabilita’, come prevede la nostra Costituzione.”