Il Comitato fuochi scrive al ministro De Girolamo «Non siamo più “gente”, ormai siamo un popolo»

Al Min. delle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo 
e per suo tramite, al Presidente del Consiglio dei Ministri.
Al Ministro dell’Ambiente
Al Ministro della Salute

L’arrivo di un Ministro in rappresentanza del governo nazionale è sempre segno di grande attenzione. Ma, quando la situazione è ormai così compromessa e fuori controllo, anche per le omissioni dei pubblici poteri lunghe decenni, quale spazio resta alle parole?
Oggi c’è spazio solo per un’assunzione di responsabilità piena e definitiva e per impegni “giurati”.
Impegni diretti soprattutto a fermare la deriva e a sconfiggere chi ancora trama per lucrare sulla nostra tragedia. Le solite iene: la camorra, il malaffare, i politicanti venduti, i cosiddetti servizi deviati.
Poi, in positivo, impegni quantificabili in obiettivi, provvedimenti, scadenze.

Quotidianamente si apprende di terreni devastati da montagne di rifiuti industriali, che sono tranquillamente in produzione, e di prodotti avvelenati che, altrettanto tranquillamente, arrivano ai mercati dell’ortofrutta, anch’essi spesso controllati dai camorristi.

Finalmente qualche funzionario di buona volontà fa il proprio dovere, assicurando almeno un minimo di tutela alla salute pubblica. Ma fitto e assordante continua il silenzio di chi sa e non parla, perché informazioni, da tempo, ci sono e restano coperte. Non ci siamo certo dimenticati dei cavolfiori gialli di Caivano: quelle notizie giacevano da anni nei cassetti!
Non sarà mica calato il segreto di Stato……. Questo lo chiederemo pubblicamente al Presidente della Repubblica e gli diremo che siamo addirittura preoccupati per chi oggi sta operando efficacemente.
Quanti segreti taciuti dovremo ancora subire in questa nostra Repubblica … quanti?!!

Le notizie fanno rumore mentre chi muore, muore in silenzio. La cosa più assurda è che non sono le morti a disturbare il potere, ma il cosiddetto “allarmismo” (così si chiama ora, di questo siamo accusati), che deriva dalle notizie e dalla nostra azione di denuncia.
E’ nel silenzio, infatti, che si promuovono gli affari: per esempio, quello degli inceneritori. Perché, per bruciare, ci sono fior d’incentivi. La si chiama energia alternativa, come quella del sole e del vento, ma di alternativo ha solo l’avvelenamento. Chi è, da tempo, sull’ ”affare” credeva di avere il bottino già in tasca, ma, incontrando oggi resistenze inaspettate, sta forse pensando che qualche rogo esemplare di ecoballe (qualcuno c’è stato ultimamente), magari potrebbe facilitare il percorso persuadendo la gente che, incenerire al chiuso di un impianto, è sempre meglio di un’apocalisse.

A questo proposito noi chiediamo:
– la Protezione civile ha pronti piani adeguati all’entità delle tragedie possibili? Di questo vogliamo una pubblica dichiarazione del governo, perché sappiamo in che condizioni lavorano i nostri VV FF. Per loro occorrono assolutamente e subito mezzi straordinari. Ad horas!!

Ed è sempre nel silenzio che si pensa di svolgere le bonifiche: vediamo girare intorno all’affare gli stessi nomi che organizzavano i viaggi dei veleni. Solo un cambio di casacca: ora si porta il verde.
– E chi controllerà costi ed efficacia delle bonifiche? Gli stessi che hanno controllato la realizzazione delle discariche o la gestione dei depuratori o lo smaltimento delle scorie radioattive o il traffico dei rifiuti industriali?
Intanto, però, la gente deve stare tranquilla: non dobbiamo disturbare il manovratore. E come dimenticare i militari a presidio delle discariche dei veleni e dell’inceneritore di Acerra, sempre a tutela del silenzio?

E possiamo sapere qualcosa sulle nostre condizioni, e su quelle dei nostri bambini? Pensate un po’: disponiamo di un solo Centro antiveleni presso l’Ospedale Cardarelli di Napoli, unico in tutto il Sud Italia, ma, guarda caso, “L’ambulatorio non si occupa di tossicologia ambientale”.

E quando si accenderanno i riflettori su quel carrozzone dell’ARPAC, l’unico o quasi in Italia che non ha poteri di polizia giudiziaria?

Un ministro campano le sa queste cose o Roma è troppo lontana?

ECCO LE NOSTRE RICHIESTE AL MINISTRO:
Il Corpo forestale dello Stato, che fa capo proprio al Ministero dell’Agricoltura, come dicevamo, ultimamente si è distinto per impegno e per risultati.
– Il Ministro è in grado di assicurare la continuità di questo lavoro?
E può questo Ministro, unitamente a quello dell’Ambiente e a quello della Salute disporre che si utilizzino finalmente e subito le informazioni disponibili sui terreni inquinati per la loro perimetrazione? I veleni sulle nostre tavole stanno seminando sofferenze e morte. E’ un crimine contro l’umanità mantenere coperte informazioni, che riguardano la vita della gente, e lasciare che l’avvelenamento continui.

– Abbiamo bisogno di un piano acque.
Bisogna monitorare sistematicamente le acque di falda a tutti i livelli, ma, al tempo stesso, dobbiamo portare acqua pulita nelle nostre campagne. Serve e servirà sempre più acqua sicura da distribuire.
– Che cosa può fare il ministro per favorire il decollo di opere pubbliche adeguate a questo scopo? Solo con un largo utilizzo dei Fondi strutturali europei possiamo farcela, anche attraverso una riconversione orientata e incentivata a prodotti NO food, ma che abbiano mercato.

Malgrado questo disastro, i nostri prodotti, in condizioni di adeguata sicurezza, sono richiestissimi, capaci di portare ai giovani quel lavoro che l’industria ormai ormai da decenni gli ha sottratto quasi completamente. L’unicità della nostra terra, infatti, è nota nel mondo. E noi abbiamo forza ed idee per riportarla a vivere: si pensi solo all’utilizzo delle terre confiscate alla camorra, con realtà di economia sociale di eccellenza, come la NCO per citarne una. Ma anche qui occorrono procedure più veloci e incentivi veri, soprattutto per le cooperative giovanili.
La Regione Campania ha recentemente istituito
– un marchio di tutela sanitaria dei prodotti agricoli, ma l’iniziativa deve essere sostenuta a livello ministeriale. Questo impegno può prenderlo fin da subito il Ministro?

Può e vuole il governo nazionale creare le condizioni più favorevoli per questi interventi o bisogna che venga formalizzato lo stato di “disastro ambientale”?
Può e vuole il governo cominciare a pagare il debito dello Stato con questa terra o dovremo ricorrere alla Corte di giustizia europea?

Al ministro dell’Agricoltura chiediamo, in sintesi, risposte alle richieste avanzate, seguendo personalmente la situazione del nostro territorio, come situazione d’interesse nazionale, con incontri periodici ed anche istituendo un apposito segretariato presso il suo Ministero.Noi chiediamo, infine, che in tutti questi processi siano inseriti meccanismi di vera partecipazione dei Comitati di cittadini, principalmente nei controlli da effettuare sulle procedure di bonifica.
La sofferenza scava e insegna, la speranza illumina. Anche in virtù di ciò, una cosa, a noi sempre più chiara, è bene che sia chiara a tutti: NOI NON SIAMO PIÙ “GENTE”, ORMAI SIAMO UN POPOLO !!!

Caivano 19.07.2013
COORDINAMENTO COMITATI FUOCHI

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