[TERRA NOSTRA] Cultura popolare sulle rive dei Lagni

Quando l’uomo primitivo da raccoglitore e cacciatore, avendo scoperto i segreti della natura, si trasformò in allevatore e, poi, in agricoltore si stanziò lungo i corsi d’acqua.

E nei secoli le più grandi civiltà fiorirono poi sui fiumi (Mesopotamica,egiziana, latina, ecc….) e sempre sui fiumi, a farci caso,sono sorte le più importanti capitali del mondo e le più note città italiane.(1)

I recenti ritrovamenti di insediamenti di epoca preistorica (di Gricignano e Carinaro) lungo il corso del Clanio ci attestano l’importanza e l’antichità di questi insediamenti e le vicende e le alternanze di popoli diversi che la “storia ufficiale” non ha saputo, o voluto, raccontarci. Infatti diceva un’ antico testo egiziano di uno scriba al figlio “Tu che sai leggere e scrivere sta a te comandare”. Ciò ci riconferma che nella storia dell’umanità chi possedeva gli strumenti del comunicare possedeva il potere.

La conseguenza è stata che la storia scritta ci è stata raccontata dalle classi egemoni (imperatori, re, sacerdoti,”colti” governanti o vincitori) e non dalle classi subalterne, dal popolo cioè, che hanno subito gli avvenimenti.

E per ricercare le storie e le vicende dei popoli che nei secoli hanno abitato le rive dei Lagni (da Clanio-Laneo-Lagni) e per trarre fuori le testimonianze della nostra cultura subalterna cercherò di fare, dove è possibile, opera di “archeologia folklorica” attraverso le tradizioni locali, le credenze magico – religiose, le feste calendari ali (importanti per delle civiltà agricole) i dialetti, le medicine, i canti, i balli popolari, ecc….

Dall’antichità ad oggi la cultura (egemone) ci è stata tramandata attraverso la parola scritta tanto che un sociologo canadese parlava di “uomo tipografico”.

Invece la cultura subalterna per sua natura è orale e soggetta a stratificazioni e trasformazioni perciò l’individuazione e interpretazione anche dei simboli nascosti si potrà più facilmente risalire alla “vera” storia, intesa come economia, sovrastruttura sangue e sogni.

Al principio del secolo scorso il mondo popolare cominciò ad essere guardato ( e studiato) come un altro mondo, fino allora ignorato,sconosciuto e perciò degno di essere studiato e rivalutato; grazie anche alle istanze e alla rivendicazioni del proletariato nate dopo la così detta “rivoluzione industriale”.

Marx, Gramsci, De Martino sono i primi nomi che vengono in mente per un giusto approccio a quel mondo popolare che per molti aspetti era ed è ancora poco conosciuto.

Nelle brevi note che seguiranno cercherò di raccontare di quei mondi popolari che lungo le rive dell’ultimo tratto dell’antico fiume Clanio ancora conservano brandelli di arti e simboli nascosti di antiche credenze.

L’indimenticabile Alfonso M. Di Nola che indicava questo territorio come terra leonum(2),alcune pubblicazioni delle Pro-loco dei diversi paesi, il periodico Atellana e il volume ATELLA saranno stimolo e guida nel narrare di questo mondo subalterno, ancora poco noto ma affascinante e magico.

Jader C. Silvana

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(1) I fiumi erano le autostrade della preistoria che favorivano incontri di civiltà e scambi di prodotti e invenzioni
(2) Rispetto alla cultura egemone e crociana

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