Documento / denuncia dei Vescovi della Campania: «Uno scempio immane»

Mons. Angelo Spinillo – Vescovo di Aversa

“I territori campani a Nord di Napoli e a Sud di Caserta sono stati in questi anni terribilmente e incredibilmente feriti e violentati da milioni di tonnellate di rifiuti industriali, altamente tossici, interrati o dati alle fiamme. Criminali senza scrupoli hanno avvelenato la terra, l’acqua, l’aria. Il disastro ambientale ben presto si è trasformato in un vero dramma umanitario. In questa striscia di terra, dove vive più di un milione e mezzo di persone, infatti, si riscontra un tasso di patologie tumorali più alto che in altre parti d’Italia”.

Questa denuncia si legge nel documento dei vescovi della “Terra dei fuochi” (Aversa, Caserta, Capua, Acerra, Nola, Pozzuoli, Napoli) sui roghi tossici, reso noto venerdì sera.

Preoccupazione e perplessità. “Noi vescovi di questo territorio, ormai noto come ‘Terra dei fuochi’, siamo seriamente preoccupati e perplessi per la sorte del popolo affidato alle nostre cure pastorali – ammettono i presuli -. I rifiuti industriali provenienti dal Nord Italia o anche dalle tante fabbriche campane che lavorano in regime di evasione fiscale e senza alcun rispetto per l’ambiente, distruggono la sana economia. I prodotti di qualità della nostra agricoltura oggi vengono respinti per paura o pregiudizi. Tanti giovani, inoltre, scelgono di emigrare per non condannare i figli a vivere in una terra avvelenata che ruba loro speranza, futuro e anni di vita”.

Una vera ecatombe. Per i vescovi, “questa autentica sciagura chiama in causa non solo le istituzioni locali – che mai riusciranno a risolvere il problema se lasciate sole – ma l’intera Nazione”. Infatti, “i responsabili di tanto scempio sono da ricercare nella sfrenata corsa al denaro da parte della criminalità organizzata e di imprenditori imbroglioni e vili, assecondati da una scarsa azione di sorveglianza. Il fatto che più ci angoscia è che nelle nostre diocesi il cancro miete vittime innocenti più che altrove. E’ una vera ecatombe. Siamo davanti a una ingiustizia somma”. Eppure, “i campani della ‘Terra dei fuochi’ sono italiani ed europei e reclamano gli stessi diritti dei loro connazionali”.
Risveglio civile. “Ci rincuora non poco assistere, in questi ultimi tempi, a un vero e proprio risveglio di civiltà e impegno da parte di tantissimi cittadini, in particolare giovani, che sono scesi in campo con coraggio per dire ‘basta’ – affermano i vescovi -. Tantissimi comitati sono nati spontaneamente in quasi tutti i paesi interessati, lanciando un grido che non è rimasto inascoltato”. “Le nostre Chiese, infatti – ricordano i presuli -, con i parroci e i vescovi li sostengono e li incoraggiano, impegnandosi fortemente nella formazione e diffusione di una cultura della legalità e del bene comune”. Per questo “fanno proprio il loro grido invitando tutti all’impegno e alla denuncia”. Un ringraziamento dei vescovi va al quotidiano “Avvenire”, grazie al quale “il dramma dei roghi tossici è stato conosciuto in tutta la Nazione e all’estero”. Servono più controlli. “Noi ‘vescovi della Terra dei fuochi’ denunciamo, dunque, con forza, questo scempio insopportabile – proseguono i presuli -. Diamo atto alle Forze dell’ordine e alle altre Istituzioni, dalle Prefetture agli enti locali, di tutto il lavoro svolto e li ringraziamo. Ma dobbiamo dire che fino ad ora è stato insufficiente, visti i risultati ottenuti. Facendoci voce della nostra gente, chiediamo maggiori controlli e sorveglianza, per impedire che nelle nostre campagne si continuino a sversare, interrare e incendiare materiali industriali tossici e nocivi. Per contrastare questo fenomeno continuo e dilagante chiediamo che si usino tutte le forze investigative e di polizia e tutte le moderne tecnologie, dalla videosorveglianza al controllo via satellite”.

Di qui la richiesta: “Chiediamo maggiori controlli sulle aziende in nero che più di altre hanno responsabilità nello smaltimento illecito dei rifiuti e un inasprimento delle pene per questi reati. Chiediamo che anche le regioni del Nord si assumano la responsabilità per i danni che i loro rifiuti hanno prodotto nella nostra terra”. Ma, concludono i vescovi, “chiediamo, soprattutto, la bonifica del territorio e una maggiore attenzione alla salute degli abitanti di questi nostri territori martoriati, un tempo da tutti invidiati e definiti ‘Campania felix’”

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