Tredici transessuali nel Cie di Milano: La storia di Samantha

Voglio uscire di qui, non ho fatto niente di male. È assurdo che si possa restare fino a 18 mesi”. Samantha, 34 anni, è una delle 13 transessuali brasiliane trattenute nel Cie di via Corelli a Milano.

Redattore sociale l’ha intervistata . Si tratta del secondo giorno di apertura del Cie alla stampa. Dal 2010, nella struttura era infatti vietato introdurre cellulari e qualsiasi mezzo di registrazione audio o video. “Sono qui da una settimana, ma ci sono già stata per 25 giorni nel 2008 – racconta – quando la situazione era migliore: c’era un laboratorio di pittura, c’erano più cose da fare”.

Ora invece, afferma “è un’eterna noia”, le giornate passano tutte uguali, in un limbo di cui non si conosce la fine. Samantha non si lamenta dell’assistenza, né della polizia. “Gli operatori della Croce Rossa sono gentili con noi – dice – ci trattano come esseri umani”. Ma descrive stanze e bagni in cattive condizioni, con docce e rubinetti rotti. “Dovrebbero chiudere il settore per un po’ e ristrutturarlo – afferma – per darci un po’ di dignità: siamo stranieri, non criminali”.

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