ROMA – Dieci anni di conquiste e di passi indietro. È questa la fotografia scattata dal ‘Rapporto sui diritti globali‘ di Ediesse, giunto alla sua decima edizione, a cura dell’Associazione società e informazione e promosso dalla Cgil.
Tra i temi trattati: la crisi finanziaria globale e i rischi del protezionismo, l’economia, le politiche sui redditi e quelle sociali, le trasformazioni del mercato del lavoro e la precarietà diffusa, gli infortuni sul lavoro, il welfare e il diritto alla salute, il carcere, la corruzione e la giustizia, la sicurezza urbana, le ronde e il neo-autoritarismo, il volontariato e green economy.
Il Rapporto racconta una situazione dell’ultimo anno particolarmente drammatica. Licenziamenti facili, smantellamento dello Stato sociale, taglio della spesa pubblica, deregulation, impoverimento dei redditi.
I diritti di cittadinanza e di lavoro si vanno sempre più restringendo: una tendenza che si manifesta anche in Italia dove all’emergenza si è risposto con l’imposizione di sacrifici a senso unico che hanno colpito soprattutto i piu’ deboli.
Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, nel suo contributo ammette che «nessuno nega che il riequilibrio dei conti pubblici sia necessario nel nostro come in molti altri Paesi europei, ma non si può realizzarlo aumentando lo spread sociale interno quando sarebbe necessario, anche per ragioni economiche, produrre maggiore coesione e ridurre le diseguaglianze esistenti tra percettori di reddito da un lato e contribuenti dall’altro».
«Il governo Monti – osserva – non ha imboccato questa seconda strada. Ha invece usato l’emergenza per imporre al Paese sacrifici a senso unico che hanno colpito soprattutto i più deboli. Al di là di un apparato propagandistico efficace soprattutto all’estero, con i
provvedimenti ‘Salva Italia’, ‘Libera Italia’, ‘Cresci Italia’ sono stati colpiti i redditi e le aspettative dei pensionati, non sono state toccate le grandi ricchezze e le rendite, si sono accresciute la precarietà e l’incertezza sul lavoro».