Minori stranieri: Unicef propone riforma della legge di cittadinanza

ROMA – In occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali“, Unicef Italia ribadisce «l’uguaglianza dei diritti per tutti i bambini e gli adolescenti di origine straniera che vivono, crescono, studiano, in Italia».
Da un’indagine commissionata dall’organismo, che ha coinvolto 518 adolescenti di cui 118 di origine straniera, è emerso che il 22,2% del campione degli adolescenti di origine straniera ha subito in prima persona manifestazioni di razzismo.
Attualmente secondo la legge n.91/1992, il minore che nasce in Italia da genitori residenti e non cittadini diviene titolare di permesso di soggiorno temporaneo rinnovabile fino al diciottesimo anno, allorché ha un anno di tempo per fare richiesta della cittadinanza italiana.
Una disciplina “inadeguata”, osserva l’Unicef, in un Paese in cui i minori residenti di origine straniera sfiorano il milione e sono 650 mila i bambini nati in Italia da genitori non cittadini.
Attraverso la Campagna “Io come Tu”, anche in occasione di questa ricorrenza l’Unicef sollecita una riforma della legge 91/1992, per la quale grazie alla Campagna “L’Italia sono anch’io” sono state raccolte oltre centomila firme, ed auspica che tale riforma sia «orientata ai principi di superiore interesse del minore e di non discriminazione in base alla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza».
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