BOLOGNA – C’è chi della xenofobia ne fa un chiodo fisso. E c’è chi coniuga alla paura del diverso il cattivo gusto e la voglia di apparire. Succede che un onorevole della Repubblica Italiana nel pieno del disastro di un terremoto che colpisce la sua regione anziché pensare al sacrificio delle vite umane, alle macerie e alla pronta ricostruzione non ha altro a cui pensare che… la difesa della razza.
L’onorevole in questione è il parlamentare parmigiano Fabio Rainieri che incurante della distruzione che imperversa nelle sue terre ha preso carta e penna ed ha scritto a prefetti e questori chiedendo di: «Monitorare la presenza dei cittadini extracomunitari nei ‘campi di accoglienza’ a sostegno della popolazione colpita dal terremoto per verificare che i presenti siano esclusivamente quelli che lavoravano sul territorio e che vivevano nei Comuni colpiti dal terremoto». Per evitare, secondo il segretario emiliano della Lega Nord «che extracomunitari irregolari provenienti da altre parti del Paese possano cercare di trare un beneficio personale dal dramma che ha colpito l’Emilia facendosi registrare tra i presenti nei campi e godendo così di eventuali stanziamenti previsti dal Governo centrale, dalla Regione e dalle istituzioni preposte».
Dichiarazioni che pesano come macigni su una situazione così drammatica come quella post calamità naturale. E la risposta non si fa attendere ed arriva da Khalid Chaouki, responsabile nuovi italiani del Pd, che affida ad una nota la sua indignata risposta: «È vergognoso il vile tentativo di strumentalizzare il tragico terremoto in Emilia da parte del segretario nazionale della Lega Nord Emilia Fabio Ranieri. In un momento di dolore per intere comunità di immigrati radicate nel territorio emiliano da decenni e anch’esse toccate dal terremoto con la morte di alcuni lavoratori immigrati, ci saremmo aspettati da un dirigente della Lega Nord una pausa di riflessione prima di lanciarsi in allarmismi frutto del suo immaginario e prive di qualsiasi fondamento. L’allarme preventivo nei confronti di una presunta invasione di immigrati che cercherebbero rifugio nelle tendopoli emiliane, non è altro che l’ennesima campagna propagandistica che rischia solo di fomentare la diffidenza e l’odio in una terra che fortunatamente mostra modelli di eccellente convivenza. L’Emilia in questo momento ha bisogno di una gara di solidarietà e non certo di allarmismi fuorvianti».
Michele Docimo